È stata una lunga notte di festeggiamenti quella che ha vissuto la città al fischio finale della partita tra il Calcio Napoli e l’Udinese, che ha finalmente consegnato lo Scudetto agli azzurri 33 anni dopo l’ultimo trionfo. Un’esplosione di gioia incontenibile, con fuochi d’artificio che sono andati avanti per ore e un fiume umano che si è riversato in strada.
Tutti vestiti d’azzurro per regalarsi una serata indimenticabile che rimarrà impressa per sempre nella memoria collettiva. Un successo atteso troppo tempo, trasversale, che ha valicato i confini campani diramandosi in tutto il mondo. Un abbraccio virtuale che ha avuto un denominatore comune: Diego Armando Maradona.
Da Buenos Aires a Barcellona, con Napoli come epicentro. La dimostrazione che ‘Diego eterno’ non è solo retorica, ma è una sensazione palpabile che ha avuto nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2023 la sua espressione più tangibile. Il suo nome, le sue canzoni sono state intonate fino alle prime luci dell’alba, ovunque. Come se questo trionfo fosse anche suo.
Come se fosse stato anche lui in campo, con la sua maglia numero 10, a dispensare magie e gioia. Stanotte è successo qualcosa di mistico, oltre il tempo e lo spazio. Divise da migliaia di chilometri Argentina, Spagna e Italia hanno ballato sulle note de ‘La Mano de Dios’ di Rodrigo, la canzone forse più famosa ed emozionante, che racconta il percorso di Maradona come meglio non si potrebbe.
È stato tutto un ‘Olè olè olè Diego Diego’, la notte dello Scudetto azzurro a Napoli e nelle altre città del calcio. Già, del calcio, quelle che hanno visto la massima espressione di questo sport venir fuori dai suoi due piedi numero 39. Così piccoli, ma così immensi, capaci di regalare alla storia giocate irripetibili.
I detrattori sono rimasti delusi. Maradona non è stato cancellato da questo Scudetto, ma addirittura ha visto moltiplicarsi in maniera esponenziale l’amore che la sua gente gli dedica da sempre. In una notte immortale Diego ha scritto un’altra pagina di storia, godendosela dall’alto. Questo Scudetto è anche suo e di tutti quelli che non hanno smesso di amarlo. Olè, Diego, sei Campione d’Italia. Per la terza volta.