Dna Champions, Leao e Theo dimenticano gli attributi negli spogliatoi. Milan all’inferno


Il Milan viene eliminato dalla UEFA Champions League. Non è bastato il ‘DNA Champions‘ sul quale l’allenatore Stefano Pioli ha romanzato, forse troppo prematuramente, ai taccuini del New York Times solo poche ore prima della semifinale di andata contro l’Inter.

DNA Champions, derby da incubo: l’Inter manda all’inferno il Milan

Il devastante attacco rossonero non è riuscito a trovare la via della rete in nessuno dei due incontri, subendo il migliore stato di forma e la brillantezza dei nerazzurri di Simone Inzaghi. Il Milan arcigno e falloso, tutto difesa e ripartenze messo in campo nella doppia sfida contro il Calcio Napoli, è diventato d’improvviso un pulcino bagnato incapace di reagire ai colpi subiti.

Eppure solo poche settimane fa i rossoneri gonfiavano il petto contro gli azzurri, con atteggiamenti presuntuosi sia sul rettangolo verde che negli spogliatoi dello Stadio Maradona, Non è certo una giustificazione, ma è un dato di fatto che nella doppia sfida dei quarti di finale il comportamento a tratti intimidatorio di squadra e dirigenti condizionò inevitabilmente entrambe le direzioni arbitrali.

Il rigore non dato al Napoli per fallo su Lozano

Il rigore non dato al Napoli per fallo su Lozano

Gli uomini di Luciano Spalletti dominarono entrambe le partite, ma furono falcidiati all’andata a San Siro dai cartellini a senso unico (che influenzarono il ritorno per le squalifiche di uomini chiave come Kim e Anguissa), e al ritorno da una decisione imbarazzante la cui fotografia rimarrà impressa nella mente dei tifosi del Napoli, e che avrebbe invertito l’andamento del risultato: il rigore vergognosamente non assegnato sullo 0-0 nel primo tempo a Lozano per fallo del sempre sorridente Rafa Leao.

Dna Champions: dove sono finiti Maldini, Theo Hernandez e Leao?

Non è bastato dunque il Maldini furente visto nel faccia a faccia con Spalletti, né sono serviti gli attributi mostrati da Theo Hernandez. Il terzino questa volta non ha urlato in faccia al Chucky di turno, ma è rimasto mogio sulla sua fascia sinistra senza mai riuscire in 180′ ad aumentare i giri del proprio motore. E non si è visto neppure il ‘messiano’ Leao, quello che ha spaccato in due centrocampo e difesa dei partenopei irrompendo nei sogni di gloria di un popolo intero.

Il campo comanda, il campo parla, il campo risponde. Sempre, quando gli viene concessa parola senza interferenze esterne. E ultimamente ha raccontato tante cose. Una di queste è sicuramente che il Milan ha trovato casualmente per strada in due stagioni Scudetto e semifinale di Champions League. Per demeriti altrui, per decisioni arbitrali folli.

No, non si legga tra le linee la goduria nell’eliminazione dei rossoneri. C’è anzi l’amarezza di aver lasciato ad altri troppo presto un sogno che gli azzurri avrebbero meritato e sicuramente vissuto meglio di un 3-0 complessivo senza appello in semifinale. Ma così va il pallone, e mentre a Napoli si festeggia uno storico tricolore, sulla sponda rossonera di Milano si raccolgono i cocci di una stagione andata in frantumi. C’est la vie.

Il caffè turco tra Spalletti e Guardiola è rimasto sospeso. Pioli non si è mai neanche avvicinato a quel tavolo, l’hanno mandato a comprare lo zucchero.


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