Gabriele Gravina e la FIGC sono convinte di non essere tenute a pagare la penale prevista nel contratto tra Luciano Spalletti e la Società Sportiva Calcio Napoli con cui quest’ultima ha accettato le dimissioni del tecnico. Al termine della scorsa stagione, infatti, l’allenatore di Certaldo aveva confessato la volontà di prendere un anno sabbatico poiché stanco soprattutto dopo un anno di massima concentrazione che aveva portato alla conquista del tricolore.
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Una richiesta che il presidente Aurelio De Laurentiis ha voluto accontentare nonostante il vincolo di un altro anno, ma ad una condizione: che Spalletti non potesse firmare con nessuna squadra in virtù di una clausola di non concorrenza. In pratica, nessuna squadra poteva mettere sotto contratto l’allenatore a meno di pagare una penale equivalente a ben tre milioni di euro. È quella che in queste ore il patron ha chiarito che ha intenzione di chiedere a chiunque, anche alla Nazionale Italiana: non una questione di vil denaro, afferma, ma di principio, di rispetto delle regole, di professionalità.
Gravina e la Federcalcio sostengono che, siccome si tratta dell’Italia, non vi possa essere una concorrenza con il Napoli che è un club. Tesi che Aurelio De Laurentiis evidentemente respinge: conoscendo il presidente azzurro, riteniamo molto probabile che quest’ultimo possa avere ragione. Non dimentichiamo infatti che fa firmare a calciatori e membri dello staff dei contratti validi in tutto l’universo. Difficile, molto difficile mettersi in tasca un furbone come Aurelio De Laurentiis, capace di riportare il tricolore sotto il Vesuvio dopo una rifondazione e con i conti societari in ordine.