Il presidente del Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Foglio”, nella quale è tornato a parlare della decisione di Luciano Spalletti di lasciare il club per riposarsi, salvo poi accettare la proposta della FIGC, come anticipato più di un mese fa in esclusiva da VesuvioLive, e diventare così il commissario tecnico della nazionale italiana di calcio maschile.
“Per quanto riguarda la questione clausola rescissoria, ne stanno discutendo gli avvocati della Società Sportiva Calcio Napoli e quelli dell’allenatore, ed io non mi intrometto. Spalletti mi disse di essere molto stanco, e che aveva bisogno di un periodo sabbatico perché voleva coltivare la terra. Per questo lo lasciai andare. Però quello che gli passava per la testa lo sapeva solo lui”.
“Amo Napoli, Los Angeles e Londra e mi spiace che mia moglie svizzera non mi abbia fatto alternare a Roma il lago Lemano di Ginevra per coltivare la mia passione per la vela. Ma ormai il calcio mi ha bucato tutti i weekend. Napoli non mi addormenta né ferisce. Mi bacia. E io la adoro. L’immagine più bella è quando mi allontano sul mare, la vedo progressivamente più distante e ho l’impressione che mi abbracci”.
La differenza tra il cinema e il calcio. “Un regista ha il copione scritto nei particolari e se la sceneggiatura è buona non può sbagliare il film. Nel calcio invece non puoi prevedere: il risultato di ogni partita sarà sempre 1-X-2. C’è il campionato, ci sono le competizioni europee, infortuni, squalifiche…”.
Sulla politica. “Si convinceranno mai a rispettare 24 milioni di tifosi, che sono anche elettori? L’obsoleta legge 91 dell’81 che regola lo sport professionistico, di recente parzialmente modificata, andrebbe tutta cancellata unitamente alla legge Melandri. Il settore va liberalizzato, leghe e federazioni non aiutano la modernizzazione dell’industria calcistica esprimendo una visione troppo vincolata al passato. Purtroppo da sempre i politici ci sparano addosso e anche loro non favoriscono la vera crescita industriale del settore. Intanto il nostro calcio fatica rispetto ai tornei di altri paesi. La Meloni dovrebbe aprire un tavolo, non quelli che si concedono per contentino a tutti, ma un tavolo concreto per riscrivere in poche settimane la storia del calcio futuro”.