Il tweet pubblicato ieri dal Calcio Napoli relativo alla trattativa per il rinnovo del contratto di Khvicha Kvaratskhelia ha destato non poche polemiche, ma soprattutto ha dato modo di estendere il campo delle riflessioni a territori rimasti fino ad ora inesplorati. La colorita parola utilizzata nel cinguetto è stata catalizzatrice di attenzioni, ed ha distolto abilmente l’opinione pubblica dal vero interlocutore a cui si stava rivolgendo la società in quel momento.
L’uscita del club è apparsa infatti fuori luogo e fuori contesto, a prescindere da quel “cazzate” buttato lì non per caso. In un mondo in cui si riportano quotidianamente migliaia di indiscrezioni e notizie anche non verificate, a cui la Società Sportiva Calcio Napoli ha dimostrato a più riprese di essere abituata e con cui anzi ha sempre ‘giocato’ soprattutto in periodo di mercato, è apparsa poco chiara e decisamente fuori tempo l’esigenza di sparare improvvisamente contro una categoria, quella dei giornalisti, che parla della trattativa da mesi.
La sensazione è che i cronisti siano stati utilizzati come scudo dietro cui nascondersi per andare a colpire qualcun altro, e quel qualcuno è inevitabilmente il procuratore di Khvicha Kvaratskhelia, Mamuka Jugeli. L’agente, che bazzica in città da giorni, è in trattativa con la società fin dal ritiro di Dimaro, ed i toni sono sempre apparsi cordiali. Perché dunque piombare all’improvviso con una dichiarazione del genere, che smentisce una contrattazione evidente? Considerando anche lo stipendio attualmente improponibile che percepisce il calciatore, poco più di un milione di euro, è impossibile pensare che il suo entourage, aiutato dall’intermediario Zaccardo, non stia provando a strappare un contratto migliore alla luce delle tanti sondaggi piovuti dai maggiori club europei quest’estate sul talento che ha trascinato i partenopei a vincere il titolo nazionale dopo 33 anni. Il netto presentimento è che si sia rotto qualcosa tra le parti, e che la telenovela sia appena cominciata.