Calcio Napoli

De Laurentiis: “Su Conte solo pettegolezzi. Il colpo Kvara è di mio figlio Edo”

Aurelio De Laurentiis ha deciso di incontrare la stampa a Castel Volturno, a due giorni dal ritorno in campo della Società Sportiva Calcio Napoli a Verona contro l’Hellas. Dopo due settimane turbolente, che hanno l’hanno portato sul punto di esonerare Rudi Garcia salvo poi ripensarci dopo aver incassato il ‘no’ di Antonio Conte, il presidente ha deciso di chiarire il suo punto di vista sulla situazione attuale e sull’operato di questo avvio di stagione.

De Laurentiis fa il punto sul momento della Società Sportiva Calcio Napoli

Su Antonio Conte“Non voglio domande al riguardo, sarebbe un’azione di disturbo. Ho fatto con lui una vacanza anni fa alle Maldive, c’era anche la sua famiglia, e da quel momento abbiamo mantenuto i rapporti. Mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez, Reja… Il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra e che mi infastidisce”.

Sul quasi esonero di Garcia“Dopo la sconfitta con la Fiorentina ho letto di tutto. Nella vita si possono avere dubbi e va valutato il proprio operato, se c’è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità: le scelte di questa estate sono state mie, ovviamente con i miei nuovi collaboratori. Ma da qui a dire di cambiare l’allenatore… Un cambio di guida tecnica è sempre traumatico e poi non ci sono in giro tanti allenatori che praticano il 4-3-3 con la difesa alta, come successo con Sarri e Spalletti. In questo periodo ho avuto tanti impegni, ora sono tornato e mi sono riavvicinato alla squadra per darle serenità”.

Sul rapporto tra lui e Osimhen – “Non sono mai stato non sereno nei confronti di Osimhen, ma si è sempre in due in queste cose: io sono rimasto lo stesso, se il suo umore è cambiato non posso farci nulla. Se dopo una stretta di mano le cose cambiano, la cosa dispiace, ne prendiamo atto ma poi la vita va avanti. Con lui ci sono ottimi rapporti, la scadenza del contratto è nel 2025, c’è tempo. Non dimenticate che ho venduto Koulibaly all’ultimo”.

Sull’infortunio di Osimhen con la Nigeria“Dal 2013 a oggi abbiamo incassato circa quattro milioni di euro di rimborsi come partecipazione dei nostri giocatori alle partite delle nazionali pur avendo sempre più di dieci giocatori convocati. Dovrebbe essere lasciata la scelta al club di poter mandare o meno in nazionale un giocatore convocato, la possibilità di dire no se si tratta di un’amichevole, per esempio. Non voglio l’Under 21 o l’Under 19 che hanno poca visibilità internazionale e quindi meno valorizzazione, voglio un’unica Nazionale con tutti giocatori giovani, di massimo 22 anni”.

Sul momento di crisi del Napoli“Noi siamo il, ci siamo qualificati in Europa per 15 anni di fila, non è che ogni volta un cerino incendia un pezzo di carta bisogna gridare che va a fuoco tutto. I pompieri siamo noi stessi, le decisioni vanno fatte con serenità e senza errori dettati dalla fretta”.

Sul caso scommesse“Si fanno in maniera ortodossa e poco ortodossa, esiste una centrale ad Hong Kong che fattura più di 50 miliardi di dollari l’anno. Due anni fa parlai di un libro americano dove si parlava di scommesse. Eppure non si è approfondito l’argomento, adesso se ne torna a parlare anche se non si sa ancora bene in che termini. Non parlo di ludopatia, di vizi, di troppi soldi che girano, di persone poco mature: per quel che mi riguarda sono sempre stato molto attento ad assumere calciatori la cui realtà familiare e provenienza geografica mi assicurassero una certa tranquillità psicologica e una certa tutela. Tengo molto alla cultura del lecito, il Napoli fa anche un’azione di sorveglianza su atleti che credo siano ragazzi per bene e che hanno famiglie a posto. Gestire una ricchezza improvvisa è un problema, non tutti sanno farlo”.

Su Giuntoli e l’acquisto di Kvaratskhelia –  “Giuntoli è stato un’intuizione di Andrea Chiavelli e del sottoscritto, preso da un club che arrivava dalla Serie C e era salito fino in Serie A. Aveva la cultura dell’umiltà e del lavoro come Meluso con cui mi trovo molto bene. Giuntoli da sei mesi si era messo in branda, mi continuava a ripetere: mi mandi alla Juventus? E io gli dicevo: cos’è questa storia, improvvisamente sei diventato un sostenitore della Juve? Qui abbiamo sempre considerato la Juve nemica sportiva numero uno… è un altro film, questo! Un direttore sportivo deve avere la cultura dell’umiltà e del lavoro, e lui ce l’aveva. Il colpo Kvara non è suo, è stata una segnalazione a mio figlio Edoardo che poi è arrivata a Giuntoli. Giuntoli ha indovinato una serie di giocatori e ne ha sbagliati tanti altri”.

La pelota no se mancha.