Walter Mazzarri si appresta a guidare il Calcio Napoli dalla panchina in una gara ufficiale per la prima volta dopo oltre 10 anni. Era il 19 maggio 2013 quando allo stadio Olimpico di Roma il tecnico di San Vincenzo salutò gli azzurri in quello che sembrava essere a tutti gli effetti un addio. Tempo, destino e circostanze hanno fatto sì che il mister si ritrovasse nuovamente al vertice tecnico della Società Sportiva Calcio Napoli,
Mazzarri lasciò il Napoli con la toppa tricolore della Coppa Italia vinta contro la Juventus il 20 maggio 2012 ancora cucita sulla maglia, sabato lo ritroverà con lo scudo ben più prestigioso dello storico successo ottenuto dalla banda di Luciano Spalletti il 4 maggio del 2023 al centro del petto.
Il tecnico di San Vincenzo ha iniziato il proprio mandato da poco più di una settimana, ma solo nella giornata di ieri è riuscito a sostenere il primo allenamento con tutti gli effettivi a disposizione, rientrati dalle rispettive campagne con le nazionali.
Mazzarri non aveva però perso tempo nei giorni precedenti, sfruttando al meglio la tranquillità che si respira a Castel Volturno per entrare nella mente e nelle motivazioni dell’uomo più chiacchierato degli ultimi mesi, quel Victor Osimhen di cui si attende con ansia il rientro in campo dopo l’infortunio.
L’ha fatto alla sua maniera, trasmettendo tutta la grinta e la voglia di rivincita che ha covato negli ultimi anni. Poi è stato il turno di Khvicha Kvaratskhelia, rientrato con 3 gol in più nel proprio bagaglio. Via via tutti gli altri sono tornati all’ovile, ed hanno avuto la possibilità di conoscere di persona quell’allenatore che fu in grado di rendere grande per la prima volta il Napoli di De Laurentiis, portandolo ad alzare un trofeo dopo un’attesa di ben 22 anni. Era una squadra diversa, certo, ma non priva del talento che sprigiona oggi chi indossa la stessa maglia.
Era la squadra di Lavezzi, Cavani e Hamsik su tutti, non tre calciatori qualsiasi. E fu proprio Mazzarri a renderli campioni, consentendo allo stesso De Laurentiis di goderne poi negli anni anche in termini economici. Mazzarri è arrivato all’SSCN Konami Training Center dopo notti insonni per mettere sul campo tutto il suo studio, la sua pratica ventennale e la sua conoscenza, oltre che le caratteristiche per cui è diventato famoso e amato dai suoi ex calciatori.
L’hanno capito subito gli attuali protagonisti in maglia azzurra: l’hanno apprezzato, si sono lasciati travolgere da quell’energia dalla quale è difficile rimanere non affascinati. E tutti insieme hanno fatto un patto: rialzare la testa e risalire in classifica, mostrando al mondo che i campioni d’Italia sono ancora vivi. E che hanno ancora molta fame.