Hanno fatto scalpore le parole del senatore Enrico Borghi, presidente del Toro Club Parlamento, che ieri nel corso del TG1 delle 20 ha dichiarato: “La Juve ruba da cinquant’anni, potremmo istituire una commissione d’inchiesta. Sulla fede calcistica io sono d’accordo con tutti quelli che sono anti-juventini”.
Il servizio della Rai era volto a raccogliere le reazioni dei parlamentari dopo la controversa dichiarazione di Ignazio La Russa: “La Juventus ha vinto contro il Monza con un gol rubacchiato”.
Insomma, passano gli anni ma l’accostamento tra il club bianconero ed il verbo “rubare” rimane tutt’altro che fuori moda. Anche i politici perdono l’aplomb e si lasciano trascinare dalla propria fede calcistica, che inesorabilmente separa l’Italia in due nette metà: una composta da juventini, l’altra da anti-bianconeri.
Un club divisivo, che nella sua storia costellata di successi ha lasciato sempre campo ed adito alla malafede, senza mai riuscire a scrollarsi di dosso quel marchio a fuoco. Passano i decenni e cambiano le presidenze, ma la Vecchia Signora continua a trovarsi al centro di turbolenze giudiziarie: l’ultima risale a pochi mesi fa, quando i bianconeri furono penalizzati per aver falsificato i propri bilanci gonfiandoli con strampalate plusvalenze fittizie.
Un episodio che gli è costato l’inibizione da parte dell’UEFA a partecipare alle manifestazioni continentali di questa stagione, oltre ad una sanzione pecuniaria di svariati milioni di euro.