Il Napoli è cambiato. Per certi versi tornato, quantomeno rinato. Il lavoro di Francesco Calzona è evidente, lampante, si tasta con mano per quanto sia stato fino ad ora efficace. Il commissario tecnico della Slovacchia ha raccolto una squadra senza anima, in palese difficoltà tecnica ed emotiva.
Quando è arrivato, gli azzurri avevano da poche ore riacciuffato un pareggio al 90′ contro il Genoa, in una partita che aveva evidenziato per l’ennesima volta in questa stagione tutti i limiti di un gruppo completamente spaesato, alla deriva.
Senza tempo a disposizione, Calzona ha lavorato prevalentemente sulla testa: al corpo ci ha pensato Sinatti, che ha messo in riga calciatori spenti, lenti e affaticati.
Contro il Barcellona la prima tappa: fondamentale non prenderle, e così è stato. Dopo mezz’ora in apnea il Napoli ha iniziato lentamente a resuscitare, a crederci. Finalmente. Il pareggio di Osimhen nell’unica azione offensiva prodotta nei 90′ ha dato quel pizzico di positività mistica per preparare le due settimane successive con il mordente di chi vuole essere di nuovo protagonista.
A Cagliari la vittoria in tasca, poi all’ultimo istante i fantasmi che tornano prepotenti: errore difensivo al 96′, pareggio e buio. Ma il percorso è ormai intrapreso, e l’occasione che si presenta è troppo ghiotta: a Sassuolo contro un’avversaria in crisi profonda bisogna ritrovare gol, fiducia e risultato. Detto, fatto: sei reti che fino all’anno scorso erano la normalità, entrano nelle vene soprattutto di Kvaratskhelia e Osimhen, rivitalizzandoli come mai prima di maggio 2023.
Arriva la Juventus, la vita o la morte: prestazione, gol, gioco, fortuna. Tutto in una notte. E allora si, che vale la pena di crederci ancora. Venerdì contro il Torino sarà una partita diversa, probabilmente ricca di seconde linee in campo. Sarà importantissima, ma allo stesso tempo non potrà scalfire le certezze acquisite in questi 10 giorni. Contro Xavi privo degli infortunati de Jong e Pedri, il Napoli se la giocherà, questo è certo.
Marzo è pazzo, come il calcio. Come il Napoli. Che contro Sassuolo e Juve è stato bello da impazzire. Barcellona ci diede, Barcellona può dare ancora. La città del destino. Un destino azzurro con una chioma folta e nera. E un tango della buena suerte da ballare nella notte dei sogni.