Stadio, perché De Laurentiis tiene in pugno Manfredi: Euro 2032 non gli interessa, si giocherà alle sue condizioni


La questione del nuovo stadio del Napoli tra ristrutturazione del Maradona, Bagnoli e venti anni di annunci puntualmente smentiti. Aurelio De Laurentiis parla di inaugurazione del nuovo impianto il 15 luglio 2027 con un evento in stile hollywoodiano, un film alla Federico Fellini al quale in questo momento è difficile credere, mancando poco più di tre anni alla presunta data fatidica.

De Laurentiis e stadio: una partita che si gioca da 20 anni

Gaetano Manfredi ha cercato di frenare l’irruenza del patron azzurro, per due ordini di motivi: uno pratico, l’altro di mero interesse del Comune di Napoli. Con la costruzione dello stadio a Bagnoli, infatti, sorgerebbe il problema Maradona che dovrebbe così trovare la propria destinazione d’uso, evitandone il degrado, visto che già adesso pur ospitando una squadra come il Napoli presenta diversi e gravi problemi.

Manfredi: per la bonifica ci vogliono almeno tre anni

L’altra obiezione del sindaco è di tipo pratico e riguarda i tempi per la bonifica del sito che sarebbe stato individuato da De Laurentiis. Manfredi non parla per sentito dire, è infatti il Commissario straordinario per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana dell’area Bagnoli-Coroglio. Egli ha parlato in questo modo: “I tempi delle bonifiche sono più lunghi rispetto a quelli del progetto di De Laurentiis. Proprio ieri abbiamo definito in maniera molto dettagliata un cronoprogramma insieme al ministero e tra aprile e maggio dovrebbero essere assegnati i fondi dal ministero dell’Ambiente, dopo la loro rimodulazione. Dall’inizio dei lavori i tempi di bonifica sono dai tre ai cinque anni. Inoltre la realizzazione di uno stadio sarebbe un’operazione molto complessa perché lì già esiste un piano urbanistico che andrebbe modificato, destinazioni d’uso già definite, ci sono vincoli generali”.

Se i lavori iniziassero oggi (cosa impossibile) finirebbero minimo a marzo 2027, se non nel 2029 o oltre a causa di rallentamenti che in Italia bisogna preventivare. Fuori tempo massimo, insomma, sia per l’estate 2027 che per Euro 2032, non essendo plausibile che la Uefa accetti la designazione partenopea sulla base della fiducia. Il legale di De Laurentiis afferma al contrario che la bonifica potrebbe essere completata entro 18/24 mesi dall’inizio dei lavori, un termine completamente diverso da quello delineato dal sindaco.

Al presidente non interessa Euro 2032

Va detto che a De Laurentiis importa decisamente poco che l’Europeo si giochi o meno anche a Napoli. Lui, giustamente, pensa agli interessi della sua squadra. Chi invece deve fare in modo che Euro 2032 abbia la nostra città tra le protagoniste è proprio Gaetano Manfredi, o meglio, è lecito pensare che sia un grande obiettivo grazie alla rilevanza internazionale di un evento simile. La strada più semplice sarebbe perciò quella della ristrutturazione dello stadio Maradona, con tutto ciò che ne deriva ed in primis il Napoli che dovrebbe giocare altrove per tre anni (ipotesi che ADL vuole scongiurare) e la pista di atletica che resta un rebus.

Perché ADL tiene Manfredi sotto scacco

Un’ipotesi ulteriore è che sia una mossa di Aurelio De Laurentiis per fare in modo che il Comune gli ceda a condizioni di enorme favore lo stadio Maradona, quello che chiede da anni. Questa potrebbe essere l’occasione di uscire dall’impasse che ha trascinato nel polverone anche, per esempio, un sindaco di Afragola sedotto e abbandonato, il quale si è ritrovato a essere probabilmente solo un pedina di una partita più grande. Una partita che si gioca da due decenni e il patron azzurro si accinge a vincere per sfinimento. Non è un caso che Manfredi abbia ancora una volta evidenziato che da parte sua c’è “massima disponibilità” ad incontrare le esigenze del presidente del Calcio Napoli.


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