Il Napoli è uscito sconfitto dallo stadio Olimpico di Montjuic dopo aver affrontato un Barcellona profondamente diverso rispetto a quello stellare capitanato da Leo Messi fino a qualche anno fa. Una squadra, quella catalana, completamente rivoluzionata negli uomini ma non nella filosofia.
I blaugrana sono scesi in campo contro gli azzurri palesando tutta l’essenza di quello che è a tutti gli effetti més que un club: calciatori d’esperienza come ter Stegen, Gundogan, Joao Cancelo, Christensen e Lewandowski, dalla grande esperienza internazionale, al servizio dei giovani talenti della cantera, allenati da una leggenda del Barcelonismo come Xavi. Su tutti, ieri sera ha brillato la stella del 16enne Yamal. Un fuoriclasse che il mondo del calcio si augura di veder sbocciare il prima possibile.
Il Barcellona, tra titolari e panchina, nonostante i cambiamenti imponenti voluti da politiche di risanamento del bilancio che hanno visto negli ultimi anni andar via di fatto tutte le stelle, ha schierato ieri giocatori che hanno collezionato, sommandole, un totale di oltre 500 presenze in UEFA Champions League. Nonostante tra i titolari avesse un 16enne, un 17enne e un 20enne.
Il Napoli ha invece messo sul terreno di gioco un totale di 236 presenze nella massima competizione europea: meno della metà rispetto agli avversari. Impressionante anche un altro dato: il solo Lewandowski (117) aveva fino a ieri sera giocato da solo il 50% delle gare collezionate in Champions dai 15 giocatori azzurri scesi in campo. Politano, il più ‘esperto’ tra i partenopei, aveva prima della sfida di Montjuic disputato 28 partite: il solo Joao Cancelo ne ha giocate il doppio.
Il club azzurro nella due giorni vissuta a Barcellona avrebbe fatto bene a prendere appunti, invece di distrarsi spingendo cameraman qua e la e polemizzando con le televisioni. Avrebbe potuto notare come i frutti derivanti dalla cantera ieri si sarebbero potuti confrontare con quelli prodotti dalla mai nata scugnizzeria.
Eppure in questa sciagurata stagione un giovane partenopeo dalle clamorose qualità tecniche e umane avrebbe potuto brillare ieri contro i vari Yamal e Cubarsi: si tratta di Gianluca Gaetano da Cimitile, un talento che il Napoli si è trovato per caso tra le mani, ma che ha preferito mandare a fare esperienza (?) a Cagliari per andare a spender soldi in giro e portare all’ombra di un amareggiato Vesuvio semisconosciuti come Dendoncker o promesse mai sbocciate del tutto come Traorè.
Il vero fallimento del Napoli sta tutto lì: scelte sbagliate di mercato e programmazione totalmente assente. Una squadra Primavera desolatamente in seconda divisione, che gioca e si allena in una struttura diversa da Castel Volturno. Delle categorie giovanili invece inferiori non si sa nulla: non se ne parla, non si sa se esistono o meno, se competono, se vincono, se perdono.
I napoletani quando parlano di Barcellona, dicono spesso che è molto simile alla città partenopea. Forse. Di certo non lo sono le filosofie delle due squadre. Una è programmatica, lungimirante, competente. L’altra, spinge.
ter Stegen 83
Kounde 20
Araujo 14
Cubarsi 0
Joao Cancelo 56
Gundogan 94
Christensen 44
Fermin Lopez 5
Yamal 7
Lewandowski 117
Raphinha 9
PANCHINA Sergi Roberto 60
PANCHINA Romeu 10
PANCHINA Joao Felix 40
Meret 23
Di Lorenzo 25
Rrahmani 13
Juan Jesus 18
Mario Rui 24
Lobotka 20
Anguissa 14
Traorè 1
Osimhen 16
Politano 28
Kvaratskhelia 16
PANCHINA Lindstrom 10
PANCHINA Olivera 13
PANCHINA Raspadori 14
PANCHINA Ngonge 1