Sono distrutti i familiari di Mattia Giani, il giovanissimo calciatore del Castelfiorentino morto a 26 anni dopo aver accusato un malore in campo nel corso della partita contro il Lanciotto domenica scorsa.
Queste le parole del padre al Corriere della Sera: “Siamo distrutti ma ora vogliamo la verità: presenteremo una querela perché vogliamo capire come è morto nostro figlio“.
La famiglia sostiene che non c’erano medici in campo. La ricostruzione è inquietante: “Io so solo che il medico su quel campo non c’era, e che la prima ambulanza del 118 è arrivata senza medico dopo 15 minuti. E che nel frattempo il massaggiatore del Castelfiorentino ha provato a rianimare mio figlio e che poi è scesa una spettatrice dagli spalti che lavora come infermiera per dare una mano. Il defibrillatore c’era ma è stato usato solo dal medico trasportato dalla seconda ambulanza. Si può morire così?“.
Toccherà adesso alla Procura stabilire, con i risultati dell’autopsia alla mano, quale sia stata la reale dinamica. L’Asl ha dichiarato che l’ambulanza sarebbe arrivata dopo 8 minuti: il regolamento FIGC impone la presenza del medico a bordo campo oppure dell’ambulanza. Secondo il padre, presente allo stadio, il medico non c’era ma il club locale ha smentito clamorosamente questa versione, nonostante la presenza di testimoni.
Intanto sono arrivate anche le parole di sconforto del difensore della Roma Gianluca Mancini, cognato di Mattia: “Ogni pensiero va a te, caro Mattia… a te, il dolce fratellino del nostro amato zio Elia. Caro zio Eli siamo distrutti e non ci sono parole, ma ci stringeremo e nella difficoltà ti aiuteremo a rialzarti noi e le tue nipotine… Riposa in pace Mattia, che la terra ti sia lieve”.