“Cancelleranno il ricordo di Maradona”, dicevano. E invece gli porteranno per sempre la borsa
Apr 22, 2024 - Stefano Esposito
Trentatré anni per conquistarlo. Trentatré anni di sogni infranti, lacrime, sconfitte, illusioni, fallimenti. Trentatré anni nel calcio sono una vita. Eppure ci eravate riusciti, a ricucirlo sulla maglia azzurra. Un campionato fantastico, una cavalcata apocalittica in cui avete battuto almeno una volta tutte le altre 19 pretendenti.
“Cancelleranno il ricordo di Maradona”, dicevano. E invece gli porteranno per sempre la borsa
Mai scudetto fu più meritato, questo ha detto la storia. E lo dice ancora, lo dirà ancora per molto. Poi, però, si è rotto tutto. Inutile fare l’elenco dei colpevoli, perché lo siete tutti. Però, voi calciatori, lo siete un po’ di più. Perché a prescindere da qualsiasi vicissitudine societaria, il pane tra i denti, l’apporto, l’amore e la riconoscenza non vi sono mai mancati.
L’avete scucito dal petto con una velocità inaudita, dimostrando quasi di non averlo mai meritato realmente. Una vera e propria violenza psicologica inflitta a 35 milioni di persone sparse per il globo, che fino a qualche mese fa avevate portato sulla luna. Schiaffi dopo schiaffi, li avete trascinati senza il loro volere in una mediocrità che non gli appartiene.
Maglie sudate poche, pochissime. Lamentele troppe, presunzione alle stelle, umiltà zero. La verità è che voi non avete proprio capito nulla. Non sono le dieci sconfitte a fare male, almeno non solo. È quella maglia disonorata, quell’inesistente attitudine al sacrificio, quell’evidente desiderio di andare altrove per un pugno di dollari, che ha umiliato la gente del Napoli.
Adesso bisogna che spariate, come del resto desiderate dall’inizio di questa vergognosa stagione post-scudetto. Avreste potuto vivere di riconoscenza eterna, ma avete preferito far sbiadire i vostri volti dai ricordi dei tifosi con la vostra supponenza. “Questo trionfo cancellerà il ricordo di Maradona”, dicevano le malelingue, mentre nell’infinita notte del 4 maggio si cantava “La mano de Dios” di Rodrigo.
Errore grave, gravissimo. Come si poteva pensare che un manipolo di ragazzini viziati avrebbe potuto cancellare l’eterno scritto con un piede sinistro. A Maradona, voi, porterete per sempre la borsa.