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ADL: “Nella vita ho sempre vinto, faremo una rivoluzione. Kvara? I contratti si rispettano”

Il presidente della SSC Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato interessanti dichiarazioni nel corso della conferenza stampa indetta per presentare i due ritiri che la squadra svolgerà a Dimaro-Folgarida (dall’11 al 21 luglio 2024) e Castel di Sangro (dal 25 luglio al 10 agosto 2024).

Aurelio De Laurentiis: “Nella vita ho sempre vinto, faremo una rivoluzione. Kvara? I contratti si rispettano”

“I calciatori sono tutti cedibili, sempre. Bisogna vedere chi è che se li vuole comprare. Kvaratskhelia ha un contratto che scade nel 2027. Io sono serenissimo, tranquillissimo. A me questo fatto che voi ogni volta vogliate girare il cacciavite in una ferita aperta e stimolare gli stessi procuratori…come se uno non volesse dare seguito ai contratti”.

“Io quando ho preso Kvara tutti dicevano chi è questo sconosciuto, poi è esploso come Cavani che mi volevano ammazzare per aver mandato Quagliarella alla Juventus. Io non voglio che voi lavoriate per la società, non siete miei dipendenti, ma se continuate a dire certe cose, fate solo un servizio cattivo inasprendo le tifoserie. Kvara lo abbiamo fatto esplodere noi? Bene, allora dobbiamo sempre prenderla in quel posto o dobbiamo avere anche dei premi per averli scoperti? Signori, i contratti vanno rispettati, ma se voi siete i primi a metterli in discussione…voi parlate di 3-4 milioni, 6-7 milioni, raccontate una tonnellata di caz*ate. Io non rispondo nemmeno ma vi sarei molto grado se tra di noi ci fosse una collaborazione”.

“Nuovo modulo? Questo dipenderà dall’allenatore. Noi abbiamo scritto un libro di 19 anni, ora ne scriviamo un altro in un contesto di un calcio che sta andando alla deriva perché noi abbiamo una Lega inesistente, una Federazione traballante, due network privati che non fanno il bene del calcio perché non lo sanno gestire e dove addirittura noi andremo a rimetterci dei soldi”.

“Per cui stiamo cercando di fargli capire che quello che loro avevano promesso si concretizzerebbero in un bel nulla. Nei prossimi anni incasseremo meno di quello che abbiamo incassato i tre anni prima. Noi rischiamo veramente di rientrare in una situazione ‘covidiana’ perché se nei prossimi cinque anni dovessimo incassare dalle tv meno degli ultimi tre anni, allora diventa faticoso essere competitivi in un contesto dove Uefa e Fifa stanno incasinando tutto con un numero di partite importanti dove i vari campionati nazionali saranno meno interessanti.

“Troppi galli stanno a cantare. Addirittura la Lega, casa nostra, è diventata una nostra deriva. Noi li paghiamo e loro fanno un casino che non finisce mai. Non è vero che io ho un carattere difficile, ma divento una bestia quando vedo incompetenza”.

“Ci saranno nuove figure oltre ad allenatore e direttore sportivo? Sì, sono previste molte altre figure”.

“Io non sono mai deluso. Nella vita ho sempre vinto, ma quando qualche film rarissimamente non è andato bene ho avuto una maggiore spinta. Non servono scusanti, bisogna affrontare la realtà. Ci sono stati sbagli? Uno se ne assume la responsabilità. Altrimenti non si va più avanti”.

“Io ho la fortuna di essere forse l’unico esempio Europeo con certi risultati economici e questo mi da grande soddisfazione in un territorio dove non funziona tutto bene e soprattutto nel calcio con i club che hanno debiti. Aver portato lo scudetto fa piacere, è un fatto di orgoglio. Anche l’Europa ti insegna che il tifoso non è comune, è molto diverso in alcuni territori, quello napoletano è diverso da quello lombardo. Ma io ho un grande rispetto di tutti, loro sono miei clienti e vanno rispettati”.

“Le scelte sono sempre state fatte in base allo scouting. Poi se a un certo punto le scelte non si sono rivelate quelle presunte, io la mia parte d’investimenti come investitore l’ho fatta. Abbiamo messo sul tavolo tanti milioni, abbiamo comprato parecchi giocatori. Avrei potuto dire: basta, si fanno solo prestiti. Invece abbiamo comprato anche a gennaio alcuni giocatori, 20 milioni per Ngonge ad esempio. Io non mi sono mai tirato indietro, anche quando avevo capito che la stagione era compromessa e avrei potuto evitare alcuni investimenti. Ma il calcio che tu pratichi è in fieri, non puoi improvvisamente creare uno stop. Poi non ci sono solo i calciatori. Io non ho fatto scelte dirette, ho scelto solo Ngonge, volevo lui. Devi capire chi hai accanto a te e poi fare eventualmente dei correttivi”.

“Eventuale preliminare di Coppa Italia al Patini? Direi di no, forse bisognerà giocarla al Maradona per farla vedere a tutti i napoletani. Ci sarà anche la nuova squadra da mostrare ai tifosi”.

“Conte? Ne avete parlato voi. Io ne ho parlato a novembre. Quando ho chiamato Sarri veniva dall’Empoli e mi scrissero ‘fuori da questa città’ e al termine del primo anno di Spalletti gli hanno bucato le ruote della macchina. Stiamo calmini, sembra ci sia solo un uomo pronto a guidare il Napoli verso lidi importanti. L’avevo detto e lo ripeto, sarà difficile ripetersi dopo lo scudetto”.

“Io non avevo mai vissuto una situazione così ed è chiaro che mi sono lasciato non condizionare, ma quando anche i media cominciano a dire ‘va esonerato’, ‘bisogna esonerarlo’, diventa anche questo disdicevole e poco propedeutico a delle soluzioni che abbiano del conservativo una funzione quasi fisiologica di attenuare errori che magari si sono commessi o che comunque erano nel corso della storia”.

“Non puoi obbligare gli allenatori ad allenare una società o non puoi fare in modo che la tua prima punta faccia ventotto gol e che non stia male e che magari abbia partecipato al 50% delle partite che avrebbe dovuto giocare. Io raccolgo tutto su di me, va benissimo, ma voglio dire, a un certo punto qualcosa la rimando anche al mittente”.

“Ci saranno Osimhen e Kvaratskhelia nei manifesti dei ritiri? Chi vivrà vedrà, se ci saranno ci saranno e se non ci saranno ve ne farete una ragione”.

“Io sono stato un sostenitore di Bagnoli, però qui mentre il primo cittadino ovviamente pensa al 2032, io devo pensare a essere forte nell’immediatezza, quindi mi sono fatto una serie di domande e ho fatto delle analisi, ho pensato: chi me lo fa fare di andare in un territorio dove poi questo dicono 14 mesi, 18 mesi per due parcelle, poi c’è tutto il resto degli altri 185 ettari dove preventivano circa cinque anni? Dico: ma noi ci andiamo a immettere in un contesto che diventa un bordello totale con ruspe, macchinari, camion per fare cosa? Che se c’è il bradisismo poi dobbiamo sgombrare 50mila persone e in uno stadio succede il putiferio”.

“Io mi sono messo l’anima in pace, oggi ho chiamato i miei architetti, ho detto: vi do un input, io voglio metterci non più di due anni dal momento in cui metto mani all’ex San Paolo che deve essere fatto in un determinato modo. Quindi puntiamo sulla ristrutturazione del Maradona, a meno che Manfredi non farà promesse da marinaio”.

“Tra l’altro lui non c’è mai. Lui lo sa, gli dissi che qui non ho mai avuto bei rapporti coi sindaci. Mentre De Luca è un uomo del fare, col Comune di Napoli ho sempre fatto una fatica gigantesca per fare le cose. Io sono il motore vincente di quello stadio, siamo riusciti a portare Napoli al centro di un’Europa come fatto anche pubblicitario, ma mi viene dato lo stadio qualche ora prima, dobbiamo consegnarlo subito dopo e paghiamo quanto il Psg paga per uno stadio che ha in esclusiva totale e dal quale ricava più di cento milioni all’anno in una città che ha otto volte gli abitanti di Napoli”.

“Ma di che parliamo? Io ci metto i soldi miei, non ho bisogno di intrallazzi o finanziamenti, mi dovete firmare una cambiale in bianco di autorizzazione perché il primo che mi blocca i lavori mi alzo, me ne vado e in questa città non mi faccio più vedere perché sono stanco di questa gente che non sa dare seguito alle parole. A settembre spero di poter mettere la prima pietra sul nuovo centro sportivo”.

“Per costruirlo ci vorrà più di un anno perché comprenderà dieci campi di calcio, diecimila metri quadri di uffici, strutture varie. Ma devo trovare un posto dove le mamme possano stare tranquille di far arrivare i figli in sicurezza in pochissimo tempo dopo la scuola. Castel Volturno? No, basta, ci siamo stati. Faremo una cosa a un quarto d’ora da Napoli“.

“Stiamo ripartendo con una ricostruzione totale che non possono non considerare la temporalità. Bisogna investire bene e soprattutto non avere fretta. Quando uno inizia un nuovo ciclo e un nuovo percorso tutto può avvenire anche grazie alla dea bendata, ma se vogliamo basarci su professionalità e imprenditorialità, allora bisogna fare programmazioni serie senza affidarsi alla fortuna”.

“Noi siamo gli unici responsabili delle nostre azioni. Io sapevo perfettamente che quest’anno non sarebbe andata con successo, tant’è che lo dissi anche, dissi ‘quest’anno non competeremo per lo scudetto’ ma era normale, era nell’aria, e io ho accettato di vivere questa grande soddisfazione dello scudetto ma di vivere anche questa misera annata che però serve anche per capire, per fare il punto, per verificare che quello che si era già verificato dal 20 marzo e che poi ha avuto una sua continuità avesse radici profonde e ben diverse da quello che gli altri potevano pensare”.

“Le situazioni vanno sempre vissute dall’interno, parlare è facile. Potrei dire di aver sbagliato a mandare via Garcia, chissà, ma di sbagli quando uno lavora se ne commettono, allora poiché in tutta la mia vita ho sempre vissuto e vestito le mie responsabilità, me le sono assunte tutte, anche se non dipendevano tutte da me. Quindi io chiudo un capitolo, ne apro un altro che adesso scriviamo con quella stessa attenzione che ha permesso a questa società di essere l’unica ad avere per quattordici anni l’Europa come frequentazione”.

“Poi se per una volta non ci vai non sarà una tragedia. Faremo grossi respiri e gettate di aria, comprimeremo lo stomaco, ci concentreremo col cervello ossigenato e andremo avanti con grande passione. Se si lavora con passione non si perde, se si lavora tanto per campare, non va bene. Qui non abbiamo bisogno di campare, noi ci divertiamo a lavorare. L’essenza della nostra vita si basa sul lavoro”.

La pelota no se mancha.