Ieri si è tenuta la tanto attesa conferenza stampa di Giovanni Di Lorenzo dal ritiro dell’Italia. Il terzino della nazionale, in teoria ancora capitano della SSC Napoli ha vanificato con le sue parole le speranze dei tantissimi tifosi azzurri che l’hanno seguito.
Si, perché quel suo “parlerò del Calcio Napoli quando sarà il momento, adesso mi concentro sull’Europeo”, è stato proprio meschino, caro Giovanni. Ha denotato totale mancanza di coraggio, inesistente volontà di assumersi le proprie responsabilità, incredibile scostumatezza nei confronti della gente che reputava di averti adottato.
Dopo un mese intero in cui il capitano che ha alzato al cielo la coppa del terzo scudetto partenopeo è stato affiancato ai rivali di sempre della Juventus, e lo stesso non smentisce la cosa alla prima occasione pubblica, semplicemente non può essere il leader di questa squadra.
Giovanni Di Lorenzo ha dimostrato di essere un burattino in mano al suo procuratore, al quale ha demandato qualsiasi scontro con piazza e società, considerando i tifosi di fatto un fastidioso contorno di cui liberarsi con un ‘no comment’.
Caro Giovanni, le conferenze stampa servono proprio per parlare alla gente, e quella di ieri era, come qualcuno ha sottolineato, “un rigore a porta vuota”. E tu l’hai fallito, come hai fallito tante e tante volte nell’ultima stagione. Troppo facile godere del successo, molto complicato dimostrare di essere uomini.