Il Napoli messo in ostaggio dai procuratori: Giuffredi e Jugeli fanno il loro gioco in totale libertà
Giu 17, 2024 - Michele Massa
Giuffredi e Jugeli e la volontà di scappare da Napoli senza riconoscenza. Quante similitudini tra i due casi
Un giugno così caldo in casa Calcio Napoli non si respirava da anni. Con l’arrivo di Antonio Conte il peggio sembrava essere passato e invece gli azzurri si ritrovano davanti le “grane” procuratori. Chiamarli così è forse anche un complimento visto il loro modus operandi. Giuffredi e Jugeli, tante differenze ma quante similitudini. Uno è lo storico agente di Giovanni Di Lorenzo mentre l’altro “cura” l’immagine di Khvicha Kvaratskhelia. Accomunati dalla voglia di voler portare i loro calciatori lontani da Napoli, senza riconoscenza e gratitudine per un club che li ha resi grandi e che prima dell’esperienza azzurra erano lontani dai livelli attuali.
Giuffredi e Jugeli quante similitudini e a farne le spese è solo il Napoli
Arroganza, presunzione e voglia di voler comandare il mondo. Giuffredi e Jugeli, sono la vera e propria rovina di due splendidi calciatori come Di Lorenzo e Kvaratskhelia. Partendo dal caso più recente, quello del georgiano, il suo procuratore è riuscito a far innervosire la sponda azzurra, ed il calciatore che in questo mese aveva chiesto massima riservatezza su ogni faccenda per concentrarsi al meglio in vista dell’Europeo (prima partecipazione della Georgia nella fase finale) e invece si è trovato catapultato in una situazione di mercato spigolosa, senza aver aperto minimamente bocca.
Dall’altro lato la vicenda Giuffredi-Napoli è oramai diventata un “must” del giugno azzurro. Con il procuratore che nelle ultime settimane ha fatto interviste su interviste sottolineando che il suo assistito vuole andare via facendo spazientire il Napoli e Antonio Conte, che lo ha voluto vedere per un durissimo faccia a faccia. Anche qui come con Kvara, il povero assistito di turno “scende dalle nuvole”, come dimostrato dalle parole nella conferenza stampa di settimana scorsa. Atteggiamenti che fanno capire solo che i procuratori comandano e i calciatori sono “esecutori” di scelte scellerate e folli di persone che col calcio giocato c’entrano poco.