Era il 12 giugno 2021, ma sembra ieri. Stadio Parken di Copenhagen, si gioca Danimarca-Finlandia di Euro 2020, la competizione continentale posticipata di un anno perla pandemia da Covid-19. Al 43′ del primo tempo Christian si accascia improvvisamente. Pochi istanti, e la situazione di palesa a tutti per quella che è: gravissima.
Sembra essere morto, Eriksen. I suoi compagni di squadra compongono un cerchio umano per difendere la sua privacy, mentre i medici provano disperatamente a rianimarlo. Il capitano Simon Kjaer, decisivo come mai avrebbe immaginato di esserlo su un campo di calcio, intanto consola la moglie del numero 10, in un abbraccio rimasto impresso nella mente di tutti i presenti.
Il mondo rimane con il fiato sospeso: la terribile sensazione collettiva è quella di aver assistito ad una tragedia. E invece, i medici riescono a fare un vero e proprio miracolo.
Sei giorni dopo l’ex giocatore dell’Inter viene dotato di un cardioverter-defibrillatore impiantabile, una sorta di pacemaker, che gli impedisce di poter giocare in Italia dove gli atleti non possono gareggiare con un defibrillatore cardiaco impiantato, ma non nel resto d’Europa. Eriksen torna a giocare a 7 mesi da quell’episodio, nel Brentford.
E ieri, contro la Slovenia, nella giornata inaugurale di Euro 2024, il cerchio si è chiuso: esattamente al 17′, al suo destro vincente hanno probabilmente esultato anche gli avversari.