Conte: “Scurdammece ‘o passato? Si, ma bisogna portarsi il dolore dentro”
Giu 26, 2024 - Stefano Esposito
Antonio Conte parla dell’annata passata durante la conferenza stampa di presentazione indetta al Palazzo Reale.
Conte: “Scurdammece ‘o passato? Si, ma bisogna portarsi il dolore dentro”
“Il Napoli curiosamente è stata la decima peggior difesa ed è arrivato decimo. In casa siamo stati la peggior quindicesima difesa. Bisogna ritrovare equilibrio, perché non ho mai visto squadre vincenti con difese che prendono tanti gol. Il troppo offensivo, come il troppo difensivo, non portano da nessuna parte”.
“Bisogna fare delle riflessioni e capire: quando prendi gol non è colpa solo del portiere o del difensore, ma di tutta la squadra. Facendo delle analisi vogliamo portare dei correttivi. Buongiorno? Girano tanti nomi, cercheremo di trovare il profilo migliore rispettando i parametri”.
“Scurdammece ‘o passato? È giusto, ma il dolore ce lo dobbiamo portare un po’ dentro, perché ci aiuterà a fare qualcosa in più quest’anno. Per quanto riguarda la tattica, le caratteristiche dei calciatori sono molto importanti. L’allenatore bravo è quello che li mette nelle condizioni di esaltarli. Non andrò mai dietro a una mia idea e snaturare le loro caratteristiche. Saremo molto duttili, ma adesso ci voglio lavorare, perché per ora sto parlando di cose viste in televisione”.
“Quando li avrò sotto mano capirò, ma ho già una mia idea. Bisognerà fare sempre un gol in più dell’avversario. Io faccio lavorare il giusto: o sono altri che non lavorano, oppure se paragono quello che facevo io da calciatore, a livello di fatica ne facciamo 1/3 adesso. Si utilizza molto più il pallone oggi, perché si distraggono e non ci pensano. Ma a volte bisogna sentirla, la fatica, perché è lì che impari a conoscere te stesso, lo stress”.
“Dietro il metodo lavorativo c’è una filosofia, che ho creato dopo vent’anni di carriera calcistica. Ho il piacere anche di ricordare un figlio di Napoli, Giampiero Ventrone, che non c’è più. Bisogna essere chiaro a tutti che si lavorerà, senza sé e senza ma”.