Il termine plusvalenza è ormai entrato del gergo comune, almeno per i tifosi delle squadre di calcio che hanno a che fare con l’argomento non solo nelle finestre estiva ed invernale di mercato, ma anche quando si parla di bilanci delle società e talvolta per questioni legate a inchieste e procedimenti giudiziari. Per plusvalenza, nel calcio, si intende il guadagno realizzato dalla società con la vendita di un calciatore tesserato. Parlando delle nostre latitudini, quelle partenopee, l’argomento è rilevante in merito alla questione Victor Osimhen e alla plusvalenza che deriverebbe dalla sua eventuale cessione.
Generalmente viene erroneamente ritenuto che una plusvalenza (etimologicamente, “maggior valore”) sia data dalla differenza tra la somma incassata per la cessione del giocatore e quella spesa nel momento in cui la società l’aveva acquistato. Seguendo questo ragionamento, per esempio, un calciatore acquistato per la cifra ipotetica di 10 milioni di euro con un contratto di 5 anni, e rivenduto dopo 3 anni per 15 milioni, avrebbe consentito una plusvalenza di 5 milioni di euro (15 – 10 milioni). In realtà non è affatto così, poiché la plusvalenza realizzata è in realtà di 11 milioni.
Per comprendere il meccanismo della plusvalenza dobbiamo quindi parlare del concetto di ammortamento del cartellino. A livello contabile l’ammortamento, infatti, è dilatato nel tempo poiché il calciatore viene appunto utilizzato nel corso di più anni. Il Codice Civile, all’articolo 2426, afferma che è possibile ammortizzare il costo in ogni esercizio annuale a partire da quello di tesseramento, secondo delle quote costanti per l’intera durata del contratto. Tradotto in maniera semplice: il cartellino del nostro esempio, costato 10 milioni di euro, viene ammortizzato nei 5 anni di contratto ipotizzato per un ammortamento annuale di 2 milioni di euro. Nel calcolare la plusvalenza quindi bisogna sottrarre le quote già ammortizzate: sempre nel nostro esempio, 6 milioni di euro (2X3 anni di contratto al momento della vendita). Facendo il calcolo deriva che la plusvalenza si calcola: 15-(10-2X3)= 11 milioni di euro.
Veniamo perciò alla questione Victor Osimhen. Il Calcio Napoli ha acquistato l’attaccante nel 2020 per la cifra di 77,50 milioni di euro dal Lille (dati Transfermarkt) firmando un contratto di 5 anni fino al 2025. La quota di ammortamento equivale così a 15,50 milioni l’anno ed, essendo trascorse quattro stagioni, il Napoli ha già ammortizzato 62 milioni di euro. Resta l’ultima quota per cui la società di Aurelio De Laurentiis, ragionando per assurdo, vendesse l’attaccante per “soli” 16 milioni di euro realizzerebbe comunque una plusvalenza di mezzo milione di euro. Ad ogni modo si parla di cifre di vendita ben diverse: la clausola rescissoria si aggira sui 130 milioni di euro, mentre le offerte giunte da altri club sarebbero intorno agli 80/90 milioni, comunque inferiori al valore di mercato di Osimhen che per Transfermarkt è di 100 milioni di euro.