In una estate in cui il Calcio Napoli sta mostrando delle difficoltà a concludere degli acquisti che possano rafforzare la rosa, e vista la necessità di intervenire proprio a centrocampo, i tifosi non possono non pensare ad un uomo che qualche problemino avrebbe potuto risolverlo. Si tratta di Diego Demme, il centrocampista tedesco che deve il suo nome alla passione del padre per Maradona. Napoli nel destino, insomma, eppure il suo ciclo partenopeo non si è concluso nel migliore dei modi.
Diego Demme ha dimostrato di essere un professionista esemplare, anche quando è stato messo fuori rosa, per motivi apparentemente inspiegabili. Maglia sudata sempre. Nell’anno del disastro è stato impiegato per una manciata di minuti. Il perché, non è dato saperlo. Quest’anno la nuova esperienza nella Zweite Bundesliga, nell’Herta Berlino, dove è anche il capitano. Il centrocampista è stato intervistato dal quotidiano Il Mattino, toccando diversi argomenti che gettano anche un po’ di luce su alcuni interrogativi.
Demme ha ancora il cuore azzurro: “Alzarmi la mattina senza vedere il mare e il Vesuvio fa un certo effetto dopo tutti questi anni. Io ho sempre sentito quella città come casa mia, sono cresciuto nei racconti di mio padre di Napoli e del suo idolo, Maradona. Sono fiero che le mie figlie portino sui documenti che sono nate in questa meravigliosa città. Quando andranno in giro per il mondo e vedranno il passaporto, avranno motivo di essere orgogliose”.
Sull’esclusione dalla rosa: “Ammetto che è stato difficile accettare l’esclusione dalla rosa dopo la buona partita giocata con la Lazio. Fu il mio procuratore ad avvisarmi. Una brutta ferita, che ho sempre compreso poco. Ho provato rabbia, scontento. Anche perché per la squadra era un periodo difficile, avrei fatto di tutto per dare una mano a farla rialzare. Ma ho accettato senza fare polemiche, anche perché non mi pare di essere stato l’unico ad avere problemi all’ultimo anno di contratto”.
Demme dà qualche indizio sulla catastrofe sportiva della passata stagione: “È la somma di tante cose: dopo la vittoria un po’ tutti hanno avuto problemi di vario genere, Garcia cercò di apportare subito dei cambiamenti anche piuttosto rapidamente. E poi ha pesato anche il cambio di preparazione atletica”. Il centrocampista perciò mette in secondo piano la preparazione atletica, mentre ancora una volta viene sottolineato come la scelta di Rudi Garcia sia stata infelice per una mancanza di tatto di quest’ultimo e la presunzione di voler portare una rivoluzione. Soprattutto, però, troppi calciatori distratti da problematiche personali.