Luciano Spalletti è tornato a Napoli. Avvistato già ieri sera allo stadio Diego Armando Maradona, dove ha assistito alla vittoria degli azzurri contro il Monza che ha consentito alla sua ex squadra di tornare in vetta alla classifica di Serie A dopo 483 giorni, il commissario tecnico della Nazionale si è presentato quest’oggi all’ospedale Santobono-Pausilipon per donare una Fiat Panda speciale.
Queste le sue dichiarazioni a margine dell’evento:
“Questa macchina è stata dipinta dagli occhi pieni di felicità dei bambini di Napoli, me l’avevano prestata per tornare a casa e io gliela sto semplicemente riportando. Spero faccia tanti viaggi della guarigione, sono contento: ringrazio i dirigenti della struttura per avermi permesso di donare questa macchina che per me è molte cose.
L’idea mi è venuta vedendola sempre ferma in garage, non mi serviva niente così: il centro sportivo di Castel Volturno era sempre pieno di bambini, ho ritenuto giusto fare qualcosa per restituirla alla loro felicità. Alcuni mi hanno detto di metterla all’asta, ma non avrei donato ciò che può essere il viaggio della speranza di tanti bambini, ci saliranno volentieri.
Ieri ho visto la partita e ho trovato uno stadio che ha sostenuto la squadra e che sente questa forza nuova che ha questo gruppo di calciatori. Secondo me è un gruppo importante, a Nisida dicevo che sette-otto giocatori facevano parte della formazione che avevo io ed il club ha lavorato bene per un gruppo di calciatori che può far rivivere certe emozioni. La città restituisce emozioni con attaccamento e disponibilità.
Mi hanno salutato centinaia di persone perché l’hanno riconosciuta (l’auto), tanti ragazzi in moto erano a decine attorno. Sembrava quasi che si fossero sostituiti alle renne di Babbo Natale che portano i doni. Erano tutti contenti di vederla, giusto che questa auto stia qui. La struttura può fare ciò che vuole, dovevo restituirla.
I giovani italiani possono avere un futuro importante, Pisilli e Maldini sono tra i pre-convocati e ci fa piacere che ci siano forze nuove che possano ambire a dare un contributo e una mano alle difficoltà che avremo per mettere a posto le cose dopo l’Europeo.
Abbiamo deciso di ringiovanire la squadra ma loro due (Chiesa e Politano) hanno una età accessibile e sono nei nostri pensieri. Però facciamo attenzione al modo di giocare, che è cambiato, e ci siamo affidati ad altri giocatori che sanno fare un po’ tutto in campo, si prendono responsabilità di altri ruoli e danno una mano in altre posizioni. In questo i centrocampisti sono quelli che riescono meglio a sviluppare la funzione e questo comportamento. Continueremo così, si va avanti con una punta, due punte, un sottopunta, la costruzione bassa a cinque giocatori e si dà continuità alle cose interessanti che abbiamo visto.
Chi ama non dimentica? Sì, certo, corretto, ma diventa impossibile dimenticare ciò che uno passa in una stagione a Napoli, nel bene e nel male.
Conte parla di ragionare con il noi e non con l’io, è il segreto per vincere? Importante che tutti riescano a dare disponibilità ai compagni di reparto, per diventare fortissimi non servono solo le qualità di 11 giocatori ma messe a disposizioni del collettivo, si diventa super-forti”.