Lukaku racconta il primo incontro con Conte: “Hey, con me non puoi giocare come Lautaro”

Romelu Lukaku


Il bomber del Calcio NapoliRomelu Lukaku, è stato ospite del noto podcast belga ‘Friends of Sport’. L’attaccante azzurro ha parlato anche di Antonio Conte e dei due compagni di squadra Khvicha Kvaratskhelia Scott McTominay.

Romelu Lukaku parla di Conte, Kvaratskhelia e McTominay

Quando giocavo in Inghilterra dicevano di me che ero pigro, che non mi allenavo duramente, che non ero un leader, egoista e bla bla bla. Poi ho giocato due anni nell’Inter e dicevano: ah, è tornato a giocare bene, è il miglior giocatore del mondo. In Inghilterra volevano mettermi in una scatola“.

Vedono qualcuno costruito come me e pensano: è il nuovo Drogba. Ma io non sono così. Didier era più spalle alla porta, riusciva a tenere palla indipendentemente da dove la giocasse. Quello non era il mio stile, io non sono il tipo di calciatore che tiene palla, io attacco lo spazio”.

Andai in Italia e ricordo che Antonio Conte mi disse letteralmente in faccia: hey, ascoltami, nel mio sistema di gioco non puoi tenere troppo il pallone, devi ridarlo subito indietro, non devi giocare come LautaroIn quel momento io e Lautaro sapevamo che dovevamo passarci il pallone l’uno con l’altro e che le qualità di Lautaro calzavano perfettamente con le mie”.

“Così come il sistema di Conte calzava perfettamente per me. Ci allenavamo continuamente a passarci il pallone, così a un certo punto sapevo perfettamente dove sarebbe andato lui o Sanchez o chiunque avesse giocato al suo posto. Adesso è lo stesso con Kvaratskhelia. È questo quello che fa Conte: crea una sorta di partnership tra i giocatori. La stessa cosa vale con McTominay. Lui lo può fare, lo può fare“.

La cosa bella di Conte è che è proprio quello giusto, penso sia bellissimo il modo in cui lui fa quello che fa. Il modo in cui amalgama la squadra. Pep Guardiola pure lo fa, anche Klopp, Mourinho, Ancelotti. Sono i grandi allenatori. Se guardi alle squadre che vincono, c’è sempre un allenatore che ha un buon piano tattico ma che soprattutto riesce a creare una squadra unita, con giocatori che stanno bene insieme“.


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