Enrico Fedele è intervenuto ai microfoni di Radio Marte sulle ultime di casa Calcio Napoli in vista della delicata trasferta di questo weekend contro il Torino di Vanoli. Tra i temi principali c’è il gioco degli azzurri e la pericolosità dei granata, che nonostante un piccolo momento di difficoltà sono una “mina vagante”.
“Torino-Napoli? Sono preoccupato per un motivo. Vanoli, che io chiamo da sempre ‘Paolino’, è stato mio allievo per un paio d’anni. Era un ottimo terzino sinistro ed è stato allievo di Antonio Conte, come collaboratore tecnico al Chelsea: conosce i suoi segreti alla perfezione. Inoltre, è sui carboni ardenti: dopo un inizio esagerato, ha collezionato tante sconfitte complice tanti fattori. Gli hanno tolto i migliori, come Buongiorno e Bellanova, e l’infortunio di Zapata è stata la ‘ciliegina’: da quando manca, ci sono grandi difficoltà.
Tuttavia la sua squadra ha lo ‘spirito Toro’, quello della guerriglia. Non c’è partita, come valori, ma è una tappa obbligata: il Napoli ha il dovere di fare risultato, e non è scontato che ci riesca. Qual è il pericolo maggiore, per gli azzurri? I granata sono molto aggressivi, al di là della fisicità strutturale. Il problema è proprio là: hanno perso due colonne difensive, ma non hanno trovato nuovi Bellanova e Buongiorno. Serve, poi, chi faccia gol. Nel Napoli invece è sempre fondamentale Lukaku nonostante le continue critiche nei suoi confronti, una maglia per me deve essere sempre sua. Basta con questi discorsi sul bel gioco, ma poi che significa? Per me il bel gioco è anche quello all’italiana, fatto bene come è capitato a Trapattoni o a Capello, chi vuol capire, capisca”.