Lukaku: “Mi sento sempre più napoletano, questo mare mi dà pace. Conte è severo con me”
Mar 27, 2025 - Stefano Esposito
Romelu Lukaku, il gigante belga del Napoli, si è aperto in un’intervista esclusiva negli studi di Radio Crc, raccontando il suo legame speciale con la città, il rapporto con Antonio Conte e le ambizioni della squadra in una stagione che si preannuncia incandescente.
L’attaccante ha condiviso emozioni, riflessioni e obiettivi, dimostrando una maturità e una determinazione che lo rendono sempre più leader dentro e fuori dal campo.
“Il Napoli è tutto per la gente”
“Dopo un paio di giorni già sai di rappresentare un popolo. Ho subito capito che il Napoli è tutto per la gente”, esordisce Lukaku, sottolineando l’impatto immediato che la città ha avuto su di lui.
“Da anni Dries [Mertens] mi parlava di tutto questo. Ero già preparato, ma quando sono arrivato ho sentito davvero l’amore e la passione della gente“.
Un calore che, per il centravanti, si traduce in una “carica incredibile”, una sensazione unica che spinge lui e i compagni a dare il massimo. “Io sono concentrato sul campo, ma è bello sentire l’affetto dei tifosi“, aggiunge, con un sorriso che tradisce la sua gratitudine.
Il gol 400 e la mentalità da finale
Se dovesse arrivare il gol numero 400 contro il Milan? Lukaku non nasconde l’entusiasmo: “Sarebbe incredibile”. Tuttavia, il suo focus resta collettivo: “Per me conta soprattutto la prestazione della squadra. Sappiamo di affrontare un avversario forte, pieno di qualità, ma ci prepareremo al meglio per ottenere un grande risultato“.
Sul gol realizzato all’andata, definito “uno dei più belli della stagione“, rappresenta il suo stile di gioco: “Attacco la profondità su un gran passaggio di Anguissa. Ma oltre al gol, è stata una prestazione di squadra molto positiva“.
La mentalità del Napoli, spiega Lukaku, è quella di chi affronta “ogni gara come una finale“. Una filosofia che si riflette anche in allenamento: “Dobbiamo pensare partita per partita e poi vediamo dove arrivare“. Un approccio pragmatico, ma che non nasconde grandi ambizioni.
Conte, il mentore esigente
Il trasferimento al Napoli ha radici profonde nel rapporto con Antonio Conte, l’allenatore che lo ha voluto fortemente.
“Conte mi aveva chiamato con largo anticipo e io gli ho detto sì praticamente subito“, rivela Lukaku.
“Sappiamo entrambi ciò di cui ho bisogno per rendere al meglio, non servono tante parole“. Un’intesa che va oltre il campo: “Non ho alcun trattamento di favore, anzi, con me è più severo perché si aspetta molto. A me piace questa responsabilità, mi ha fatto crescere e migliorare nel corso della carriera. Gli sarò sempre grato“.
La lotta scudetto: Inter favorita, ma il Napoli ci crede
Nella corsa al titolo, Lukaku riconosce i favoriti: “L’Inter parte davanti, lo dicono tutti. Hanno una rosa ampia e di grandissima qualità, bisogna essere onesti“.
Non manca un plauso all’Atalanta, reduce dalla vittoria in Europa League e in continua crescita: “Sta facendo un grande percorso“.
Ma il Napoli non vuole essere da meno: “Nessuno si aspettava ci saremmo trovati in questa posizione, ma ora siamo qui e dobbiamo continuare a lavorare duramente“. La ricetta per il successo? “Per realizzare i propri sogni bisogna dare tutto ogni giorno ed essere pronti a qualsiasi sfida“.
Un aneddoto in nazionale
Con una risata, Lukaku accenna anche a un episodio curioso: “Il mio discorso in nazionale? Non avevo visto quella camera lì presente, dovevo mandarla via”. Un momento leggero che non distoglie l’attenzione dal suo impegno: anche con il Belgio, la concentrazione resta massima.
Un leader per Napoli
Con le sue parole, Lukaku si conferma non solo un bomber di razza, ma anche un uomo squadra, consapevole del peso della maglia azzurra e determinato a ripagare l’affetto dei tifosi. In un campionato che si preannuncia combattuto, il Napoli ha trovato in lui un punto di riferimento, pronto a guidare la squadra verso traguardi che, fino a poco tempo fa, sembravano insperati. La rivincita, come dice lui, è già iniziata.
“Mi sento un po’ napoletano? Ogni giorno di più”. Parole che scaldano il cuore dei tifosi partenopei, pronunciate da un calciatore che ha trovato nella città del Vesuvio non solo una squadra, ma una casa.
Il giocatore ha raccontato il suo legame speciale con Napoli, un rapporto nato grazie a un’amicizia sincera con Dries Mertens, ex stella azzurra. “Ho parlato con Mertens di recente, lui vuole tornare qui a vivere dopo il ritiro. Grazie a lui ho conosciuto persone splendide, legami che dureranno per tutta la vita”, ha confidato.
Un Futuro in panchina?
Il campo è la sua vita, ma il futuro potrebbe riservargli un ruolo diverso. “Un futuro da allenatore? Penso di sì, una parte di me lo crede. Un’altra parte, però, ha ancora qualche dubbio”, ha ammesso.
Una decisione che non è ancora definitiva, ma che sta prendendo forma: “Alla fine della stagione inizierò i corsi UEFA A e UEFA B e vedrò cosa sento di fare”. Un passo verso una nuova avventura, con la stessa passione che lo ha portato a brillare sul terreno di gioco.
L’abbraccio del Maradona
Impossibile non parlare dell’emozione vissuta al Diego Armando Maradona, lo stadio che respira calcio e storia.
“Il primo gol al Maradona? Durante il riscaldamento ho sentito un calore incredibile dai tifosi, mai provato prima”, ha raccontato.
Un’esperienza che lo ha segnato: “Dopo la partita ho chiesto a Mertens se fosse sempre così, lui mi ha confermato che è una costante. L’urlo del pubblico ti spinge, mette pressione agli avversari. Quando succede, per loro diventa difficile, è una questione mentale che ti dà ancora più carica”. Un’energia unica, tipica di Napoli, che trasforma ogni match in un evento indimenticabile.
Un gruppo unito, dentro e fuori dal campo
L’intesa tra gli attaccanti è uno dei segreti della squadra. “Comunicazione tra attaccanti? Essenziale. Parliamo molto tra noi, con Raspadori, Simeone, tutti abbiamo caratteristiche diverse ma possiamo giocare insieme”, ha spiegato.
Un’armonia che si riflette nei risultati: “Questo aiuta anche il mister a prendere decisioni e, se c’è intesa, i risultati arrivano”.
Ma il legame va oltre il rettangolo verde: “Siamo un gruppo affiatato anche fuori dal campo: ogni martedì organizziamo tornei di Call of Duty, siamo sempre 10-12 giocatori”. Un rituale che unisce e diverte, segno di una squadra che vive il calcio a 360 gradi.
Tra videogiochi e famiglia
La passione per i videogiochi non si ferma ai compagni di squadra. “Gioco ai videogiochi anche con i miei figli, tra Fortnite e giochi di calcio”, ha rivelato con un sorriso.
E parlando del figlio, emergono orgoglio e speranze: “Quest’anno è al secondo anno all’Anderlecht, si sta divertendo. Vuole giocare in attacco, non in difesa. Sicuramente è più tecnico di me, all’Anderlecht lavorano molto bene. Io non interferisco con gli allenatori, ovviamente”. Un padre che sostiene senza invadere, lasciando al talento del figlio la possibilità di emergere.
La Napoli di Lukaku
Infine, un ritratto della sua Napoli, lontana dai riflettori dello stadio. “La mia Napoli? Mertens mi ha consigliato Posillipo, passeggiare guardando il mare mi dà pace”, ha detto.
Un angolo di serenità in una vita intensa: “Non sono ancora riuscito ad andare sulle isole, con gli allenamenti è complicato. Ma il calcio per me viene prima di tutto, anche se ogni tanto staccare qualche ora fa bene”. Un equilibrio tra dedizione e vita privata, in una città che continua a conquistarlo.
Un belga che si sente sempre più napoletano, un calciatore che sogna la panchina ma vive il presente con passione. Napoli, con il suo calore e la sua energia, sembra aver trovato un altro figlio adottivo pronto a lasciare il segno.