Montervino, una vita da capitano: “Direttore non è un problema l’ingaggio”


Ogni volta che leggo, sento o penso a “Francesco Montervino”, l’unica cosa che mi viene alla mente sono i palloni e le pettorine comprate per l’allenamento quando mancava perfino il campo su cui allenarsi. Francesco Montervino è stato uno degli attori principali di quel nuovo film che Aurelio De Laurentiis decise di produrre nel settembre 2004 e a cui diede il nome di Napoli Soccer.

L’ex centrocampista centrale, ma all’occorrenza anche terzino o esterno di centrocampo, nasce a Taranto nel 1978, ma Napoli ce l’ha dentro e questo conta più di tutto.

Il calciatore pugliese che iniziò la sua esperienza partenopea nel 2003, crebbe calcisticamente nelle giovanili del Fasano e del Taranto e fece parte anche della primavera del Parma. Il Perugia lo acquistò nel 1996, ma lo giró in prestito all’Ancona e con la maglia bianco-rossa debuttò in Serie B. La retrocessione il primo ostacolo: lo attendeva la Serie C, ma decise di continuare la sua esperienza marchigiana e nella stagione 1999-2000 riconquistò insieme ai suoi compagni la Serie B. Montervino rimase ad Ancona per 6 stagioni e totalizzò in tutto 121 presenze mettendo a segno 8 reti.

Nel 2003 passò dalla Cicerchiata (dolce tipico del Carnevale anconetano) alle Chiacchiere e, tranne una breve parentesi catanese negli inizi del 2004, il centrocampista rimase all’ombra del Vesuvio dal 2003 al 2009, non abbandonando la maglia azzurra neanche dopo il fallimento. Il nuovo Napoli della famiglia De Laurentiis partì dalla Serie C costruendo dal nulla una nuova rosa e conquistò la Serie B proprio con Francesco Montervino capitano. Il Napoli Soccer, dopo la promozione in B, riprese il nome di Società Sportiva Calcio Napoli e l’arrivo in Serie A non si fece attendere a lungo: il 10/06/2007 Montervino e Co. riportarono il Napoli dove meritava, festeggiando a Marassi il raggiungimento del traguardo. Per Montervino ci fu il debutto in Serie A nel campionato seguente e la sua prima rete in Serie A fu nel maggio del 2009, rete che aprì le marcature della partita contro il Chievo al San Paolo. Con la maglia azzurra ha raggiunto 146 presenze ed ha siglato 6 goals.

Ecco il goal in Napoli-Chievo Verona:

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La sua avventura a Napoli terminò nel 2009 quando, assieme alla società, decise di comune accordo di trasferirsi a Salerno per vestire la maglia della Salernitana dove è rimasto fino allo scorso anno giocando in Serie B e in C. Nel 2010, a causa della mancata iscrizione della Salernitana al campionato, si trovò svincolato. Nel settembre del 2011 ritornó a Salerno, firmando un contratto per il Salerno calcio (che poi riacquisterà il nome di Salernitana). Capitano nella stagione 2011-2012, nel 2013 venne emesso il Daspo con durata di due anni. Nonostante il provvedimento sportivo, Montervino potè continuare ad allenarsi e a giocare, ma in caso di mancata convocazione non poteva presentarsi allo stadio per sostenere i compagni. Nel 2014 si trovò svincolato per la seconda volta per scadenza di contratto. Nel 2014 il centrocampista decide di ritirarsi e partecipa al corso della FIGC per Direttore Sportivo del settore tecnico e ottiene il suo primo incarico nello stesso anno come Dirigente Sportivo del Taranto.

In un’intervista al Corriere dello Sport Montervino ha raccontato la sua esperienza a Napoli e ha espresso tutta la voglia di rivalsa presente nel periodo del fallimento della società:“Ero padrone del mio cartellino, dopo aver giocato anche nel Napoli pre-fallimento con Montesanto, ed avanzai la mia candidatura senza pensarci un attimo su”. E quando si presentò all’hotel di Paestum con Montesanto, Stendardo e Sosa aggiunse:”Direttore siamo qua, non è un problema l’ingaggio”, riferendosi a Pierpaolo Marino.

Montervino ha poi raccontato che la partita indimenticabile è sicuramente Napoli-Cittadella in C, con ben 55000 tifosi allo stadio al seguito degli azzurri:Un buongiorno che prometteva benissimo e infatti si è visto com’è andata”.


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