Questa mattina il Corriere dello Sport ha pubblicato, a firma di Ettore Intorcia, un interessante articolo che riguarda il risultato delle squadre italiane in ottica ranking Uefa, quello in base a cui si stabilisce quante squadre per ogni nazione parteciperà alle competizioni europee. Alle prime tre federazioni, attualmente Spagna, Inghilterra e Germania, spettano 3 accessi diretti in Champions, che possono diventare 4 se la quarta squadra supera il preliminare, e 3 in Europa League per un totale di sette; all’Italia, quarta per ranking, spettano 2 posti diretti in Champion che possono diventare tre, e altri 3 in Europa League per un totale di sei. Nella stagione 2014/2015, tuttavia, le squadre italiane hanno fatto meglio delle inglesi e delle tedesche, dietro soltanto alle spagnole, allontanando il Portogallo e riavvicinandosi al terzo posto della Germania, anche se di poco.
Come si calcola il punteggio del ranking? Esso si ottiene facendo la somma dei punti conquistati dalle singole squadre e si divide per il numero di squadre che hanno partecipato alle coppe: ogni vittoria vale due punti, il pareggio un punto (nei turni di qualificazione i punteggi sono dimezzati, e in caso di superamento è previsto un bonus). L’Italia è in Europa ancora con 6 squadre su 6, mentre le altre hanno perso pezzi per strada: di portoghesi, ad esempio, ne è “sopravvissuta” una sola, il Porto, che può contribuire ad aggiungere punti al ranking, ma i risultati saranno divisi sempre per 6 perché tale è il numero di formazioni lusitane che sono approdate alle competizioni europee. Per questo motivo l’Italia allungherà sul Portogallo dopo che era stata momentaneamente superata, e può accorciare sulla Germania, terza ma molto lontana. Bisogna aggiungere, comunque, che rispetto ai campionati delle prime tre nazioni l’Italia è nettamente indietro, e non annovera nessuna squadra che può materialmente competere con “grandi potenze” quali sono Real Madrid, Barcellona, Chelsea, Bayern Monaco.
L’anno prossimo, perciò, l’Italia porterà solo 2 squadre in Champions, massimo 3, ma le considerazioni fatte prima sono di buon auspicio, poiché stanno a significare il tentativo di un’inversione di tendenza, arrivata soprattutto grazie al fatto che non si snobba più l’Europa League, la competizione che in fin dei conti ha permesso alla Germania di conquistare il terzo posto scalzando l’Italia. Si attende sempre, inoltre, un rinnovamento del settore calcio, cui devono lavorare la FIGC e lo Stato: servono norme nuove, stadi nuovi, ma questa è una poesia che abbiamo imparato a memoria.