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Mazzarri: “Non so chi ha fatto meglio di me, con De Laurentiis…”

Questi ultimi anni di carriera per Walter Mazzarri non sono sicuramente stati i più felici, lasciare il Napoli dopo tanti anni alla sua guida e l’esonero come allenatore dell’Inter hanno lasciato l’amaro in bocca al tecnico di San Vincenzo.

In una dichiarazione rilasciata al giornale giapponese World Soccer Digest Mazzarri ha lasciato trapelare tutta la sua delusione non solo per essere stato esonerato dall’Inter ma anche per una ferita più vecchia, l’addio con il Napoli e il difficile rapporto con Aurelio De Laurentiis sono ricordi che continuano a bruciare. Qui di seguito vi riportiamo un estratto dell’intervista:

Mazzarri ora che la sua lunga e prestigiosa striscia positiva si è momentaneamente conclusa ci dice quale è stato il segreto del suo successo?
“Se penso al mio cammino, non so chi in Italia negli ultimi 10 anni abbia realmente fatto meglio di me e lo dico tenendo presente il punto di partenza e non di arrivo. Conquistare la qualificazione in Champions e vincere la Coppa Italia nella stessa stagione è un risultato clamoroso ma ottenere la salvezza con la Reggina partendo da -15 in classifica, dove il giocatore più pagato guadagnava 300 mila euro l’anno lo è altrettanto. La gavetta costa ma alla fine paga. Acireale, Pistoiese, Livorno, Reggina, Sampdoria, Napoli e Inter: ecco il mio percorso di autodidatta, sempre con poco budget a disposizione, e se mi devo riconoscere un pregio, è la capacità di spingere tutti oltre il limite a partire da me stesso”.

Che rapporto ha avuto con i presidenti?
“Con i presidenti è capitato che abituandoli bene si siano scordati da dove arrivavano. Mi sono accorto che lo straordinario si trasformava in risultato ordinario. Far troppo bene è rischioso perché produce una sorta di assuefazione con presidenti che hanno scambiato il troppo per la routine alla fine invece di stringermi la mano a prescindere. Anche con De Laurentis il rapporto non è sempre stato idilliaco, lo sanno prima di scegliermi, prendere o lasciare. Il confronto fa bene, fa crescere, tenendo sempre presente il rispetto dei ruoli e della persona ed inoltre il mio lavoro a 360° gradi ha preparato il terreno per chi è venuto dopo”.