Loro si ostinano a definirsi calciatori, i tifosi – tra un’imprecazione e una risata – preferiscono chiamarli bidoni. E’ il destino, spesso tragicomico, di quei giocatori che approdano in una squadra accompagnati da belle donne, auto di lusso e tante promesse, per poi – ahiloro – uscire di scena tra i fischi di delusione del proprio pubblico. La storia del calcio ne è piena, fino a trasbordare dal campo alla letteratura.
Se volete vincere una partita o quantomeno pensare che i soldi del biglietto non li avete proprio buttati, meglio che questi pseudo campioni se ne restino in panchina. Ma giacché qualche stoico allenatore ha avuto la brillante idea di mandarli sul terreno di gioco, non ci resta che sfogliare le pagine della storia più dimenticabile di una squadra di calcio, quella dei flop. Lo stomaco forse brontolerà, ma chissà che una risata non la si riesca a strappare anche all’organo più martoriato dai calciatori bidone.
Difficile stilare la top 11 dei migliori flop quando la squadra in questione è il Napoli. All’ombra del Vesuvio, infatti, l’equilibrio nelle valutazioni non regna mai sovrano e l’innata propensione al sogno porta spesso a pensare di aver fatto il colpo del mercato. Quante volte questo sogno di mezza estate si è trasformato, però, in un vero e proprio incubo. Almeno 23! Più che una formazione, una rosa al completo. Non resta che sfogliarla.
Le mani meno sicure della storia del Napoli se le contendono Nicolas Navarro e Matteo Gianello. Un argentino e un italiano a cui non affidare mai la propria porta, nemmeno quella di casa. Perché finché entrano palloni ci può ancora stare, ma i ladri proprio no. Se il San Paolo fosse una questura le denunce per rapina avrebbero tutte due unici destinatari.
Figurarsi, poi, se a difendere il numero uno più vicino allo “zero” che i tifosi napoletani abbiano mai conosciuto vi fossero gente come Davide Mezzanotti, Ignacio Fideleff, Raffaele Sergio, Bertrand Crasson, Mauro Facci e William Prunier. Chissà quanti attaccanti pagherebbero per giocare contro quest’accozzaglia di “analfabeti” del tackle in scivolata e della marcatura a uomo. Volendo usare il modulo più in voga attualmente, il 4-3-3, i meno peggio sarebbero Prunier, Fideleff, Sergio e Crasson. Solo panchina per Mezzanotti e Facci. Anche se la tentazione di mandarli tutti in tribuna è molto forte.
Chissà quante volte l’avrebbero voluta abbandonare i supporter del Napoli, costretti a vedere al centro del campo Nicola Corrent, Reynald Pedros, Andrea Cupi, Marco Donadel, Alyosa Asanovic e Josè Ernesto Sosa. Le geometrie disegnate da questi falciatori del centrocampo non finirebbero nemmeno al “Museo degli orrori” di Dario Argento. Finiscono, invece, di diritto nella classifica dei flop in maglia azzurra. Le tre da titolare spettano sicuramente a Donadel, Cupi e Pedros. Mentre l’argentino Sosa potrebbe tornare in-utile anche in attacco, visto il suo doppio passaporto da posizione in campo.
Certo, per l’ex Estudiantes la concorrenza è davvero agguerrita. Difficile togliere il posto a “goleador” dello spessore di Erwin Hoffer, Massimiliano Vieri, Gabriel Miguel Bordi, Emanuele Berrettoni (13 presenze in C1, nemmno un gol), Damir Stojak e Josè Luis Calderon (6 partite giocate e 0 reti nel 97’/98′). Tutti attaccanti da calibro 9, nel senso che un ben colpo di pistola l’avremmo metaforicamente dato tutti all’unanimità.
Così come all’unanimità il popolo azzurro farebbe volentieri a meno di schierarne qualcuno in campo. Eppure il nostro 4-3-3 reclama il suo tridente delle meraviglie. In effetti sarebbe una gran sorpresa se qualcuno riuscisse a buttarla dentro. Eccolo qui: Berrettoni punta centrale, e Calderon e l’argentino Bordi sulle ali.
Ventitré “leggende” pronte per spiccare il volo, a patto che atterrino nel primo bidone capace di contenerle tutte!