I poeti hanno le poesie, gli scrittori i libri, i cantanti le canzoni, gli innamorati le lettere. Quattro diverse forme d’espressione per urlare al mondo o anche ad una sola persona il proprio pensiero. Quello che negli stadi di calcio campeggia su degli umili pezzi di stoffa o di plastica esposti sulle gradinate: i tifosi hanno gli striscioni! Alcuni sono simpatici, altri severi, qualcuno è da censura, qualcun altro è commovente. Tutti, però, sono sempre sinceri, perché scritti col cuore. Quello dei napoletani – inutile dirlo – batte per il Napoli. Un amore tra città e squadra che difficilmente le altre tifoserie possono capire, perché viscerale, forse alle volte anche troppo. Ma in fondo, al cuor non si comanda e nessun può prendersi la briga di sindacare sulle passioni altrui.
Quello che, invece, si può fare è cercare di comprendere come la passione del tifo napoletano sia mutata nel tempo. Il punto di partenza di ogni discorso sul Napoli non può che essere l’indimenticabile e mai dimenticato Diego Armando Maradona. Lui al centro di ogni coro, di ogni frase. Il condottiero che avrebbe portato gli azzurri a vincere i suoi primi e quasi unici trofei. Ecco, ad esempio, come il tifo napoletano festeggiò il suo primo Scudetto:
La gioia fu tale che i partenopei vollero renderne partecipi persino i defunti, con uno striscione a dir poco “irriverente”
Non poteva mancare poi il più classico degli sfottò, quello contro la Juve:
Nei mitici anni ’80, però, ad infiammare le rivalità calcistiche a suon di striscioni fu lo scontro tra Napoli e Verona, nel quale il tifo napoletano diede dimostrazione di grandissima originalità. Non per nulla la frase presenta all’interno dell’immagine seguente fu premiato come striscione più bello di sempre e ha dato il titolo ad un libro che raccoglie numerosi sfottò tra tifoserie avverse:
Eccone un altro, tanto per ribadire il concetto:
Insomma, in passato persisteva ancora il gusto per la battuta innocente, per lo sberleffo spontaneo. Soprattutto, era molto più forte l’incitamento per la propria squadra, anziché l’offesa verso quella avversaria. Oggi, invece, purtroppo la crisi della società in generale e la perdita di costumi e moralità in particolare ha trovato numerose conferme anche all’interno degli stadi di calcio.
Chiaro ovviamente che se ai tempi di Maradona il Napoli andava a gonfie vele, mentre oggi patron De Laurentiis stenta a mantenere le promesse fatte al pubblico di Fuorigrotta, gli atteggiamenti nei confronti della società siano potuti mutare. “Coerenza e mentalità”, sostegno incondizionato e poi invece ecco che nascono le polemiche. Ancora una volta la testimonianza degli striscioni varrà più di mille parole:
Il tifo napoletano, insomma, si sente un po’ preso in giro dal presidente e non esita a dirglielo nella maniera più diretta possibile:
In particolare ai napoletani, specie nei primi anni di ritorno in Serie A, dava fastidio la storiella dell’aver preso una squadra dalla vecchia Serie C e averla portata di nuovo in Europa:
… Anche se all’inizio mancavano persino i palloni:
Guai, dunque, a tradire la fiducia della tifoseria partenopea. Per maggiori informazioni chiedere a Edinson Cavani, vero e proprio idolo delle curve azzurre, ma quasi “cacciato” non appena saputo dei suoi flirt con il Psg:
Certo, dopo questa bella carrellata di striscioni riguardanti epoche diverse viene da chiedersi se sono più i tifosi ad essere cambiati o il calcio stesso, forse colpevole anch’esso dell’inasprimento dei toni e degli animi, e indubbiamente divenuto un’industria dedita a produrre soldi anziché divertimento per la gente. Chissà, magari la risposta a questo interrogativo la troveremo proprio sul prossimo striscione.