Nel nostro lungo e avvincente viaggio tra le prelibatezze culinarie del nostro amato Sud, sono tante le ricette venute fuori che ci hanno insegnato come in diverse occasioni la cucina meridionale, specialmente quella napoletana, si sia ispirata a ricette di diverse nazionalità per dar vita a piatti simili. Per far fede a questa riflessione, vogliamo parlarvi oggi di una pietanza indiscutibilmente saporita ma forse impropriamente destinata ad un’origine ben precisa, stiamo parlando della zuppa di cipolle.
Quando si parla di questa pietanza, in molti sono pronti a giurare che sia di origine francese, in riferimento al racconto che vede protagonista il re di Francia Luigi XV, che nel periodo in cui fu sovrano, durante una notte insonne in cui la fame si faceva sentire, scese in cucina mettendosi lui stesso all’opera per placare l’appetito, utilizzando i pochi ingredienti che riuscì a racimolare durante la notte, come cipolle, burro e champagne.
Tutto questo lascia indubbiamente poco spazio ad altra immaginazione, eppure i più pignoli sarebbero pronti a smentire la paternità del piatto sostenendo che essendo la cipolla un ingrediente povero e facilmente coltivabile, non si può escludere la possibilità che un piatto simile fosse già presente in epoca romana.
Tutto sommato però, nonostante le diverse scuole di pensiero e ipotesi alternative, va ammesso che la teoria più certificata è appunto quella che riguarda la soupe a l’oignon, ovvero la zuppa di cipolle nata in Francia. Nel 1831, la ricetta fu pubblicata su un libro di cucina intitolato “Libro di tutte le famiglie”, e sempre nell’800, fu creata la Società della cena a base di zuppa di cipolle, composta da 20 persone illustri che prima di iniziare qualsiasi cena, condividevano in compagnia l’assaggio di una meravigliosa zuppa.
Come ogni piatto gustoso che si rispetti, anche la zuppa di cipolle non è rimasta chiusa tra “le mura francesi”, facendo invece il giro del mondo e affermandosi in diversi paesi adottando in ogni posto una particolarità diversa. Arrivato anche in Italia, questo piatto non è stato di certo sdegnato dalla cucina napoletana (che detto in tutta franchezza, con le cipolle ci sa fare e basterebbe pensare alla meravigliosa genovese), prendendo forma però anche qui con i diversi accorgimenti e modifiche dettate dalla cultura e tradizione partenopea.
Questo piatto pur essendo considerato per anni, una pietanza povera, rappresenta insieme ad altre ricette, l’originalità e l’immensità della cucina partenopea capace di reinventarsi non solo attraverso la cultura e la storia generica del posto, ma anche grazie alla continua innovazione che viene fuori dalle diverse rivisitazioni familiari delle più svariate ricette. Oggi noi vogliamo proporvi la ricetta della zuppa di cipolle alla napoletana, nella versione suggerita dal portale pensieriefornelli.it.
-Ingredienti:
-Procedimento:
Pulire accuratamente le cipolle e tagliarle finemente, una volta ottenute delle fettine sottilissime procedere a sminuzzarle ulteriormente, se necessario aiutarsi con l’uso di un frullatore.
In un tegame far soffriggere l’olio con lo spicchio d’aglio intero e successivamente aggiungere il guanciale precedentemente tagliato a pezzetti e lasciarlo dorare.
Aggiungere le cipolle, farle insaporire e imbiondire e poi sfumare con un goccio di vino bianco, successivamente poi aggiungere due dita d’acqua per far continuare la cottura coprendo il tegame con un coperchio e aspettare che le cipolle si consumino lentamente.
Quando il risultato sarà quello desiderato, eliminare l’aglio dal tegame ed aggiungere i pomodorini precedentemente lavati e tagliati a metà, lasciar cuocere ancora per qualche minuto e aggiustare di sale.
Quando la minestra risulterà insaporita anche dai pomodori, aggiungere ancora un po’ d’acqua calda per allungare il brodino della zuppa e aggiungere le uova per farle cuocere come fossero uova in camicia.
Controllare di tanto in tanto la zuppa e quando anche le uova saranno cotte, la zuppa di cipolle sarà finalmente pronta per essere servita a tavola, meglio se accompagnata da qualche crostino di pane.