La buona tavola, per noi napoletani, è una parola d’ordine, un’occasione per riunire la famiglia o semplicemente per stare tra amici. A Napoli tutto gira attorno al cibo, “facimmece ‘na pizza”, “mangiammec ‘na sfugliatella”, “riman a mangià ccà”, “c’avimma fa ‘na mangiata assieme”, “addò vulimme mangià coccos?”, insomma, sembra quasi che il napoletano verace, non riesca a fare a meno di organizzare la propria vita senza cibo, un po’ perché la tavola è da sempre considerata il punto di ritrovo e un po’ per la grande passione per la cucina, d’altronde si sa, ‘o napulitano è ‘na bona furchetta.
Facendo un breve riepilogo, ripensando sommariamente alle classiche bontà partenopee, questa teoria si conferma ampiamente, pensiamo alla pizza, alla pasta al ragù, alla sfogliatella, al babà e così via, tutte pietanze che fondano le radici nella nostra cultura e che con grande successo, nel tempo hanno convinto anche i palati dell’intera Italia e non solo.
Oggi vogliamo parlarvi però di una pietanza che nasce a Gragnano, in provincia di Napoli, una bontà definita (per attinenza di ingredienti), il “figlio della pizza”, come avrete capito, stiamo parlando del classico e amatissimo “panuozzo”.
Una cosa molto importante da ricordare, è che il panuozzo è speciale così com’è e non può assolutamente essere chiamato panino, perchè non rispecchia in nessuna caratteristica il classico pane alto e mollicoso. Deriva infatti dell’impasto della pizza, ha una forma allungata di circa 20-25 centimetri e viene cotto in due momenti, il primo per far cuocere l’impasto e poterlo spaccare a metà, il secondo per farcirlo e riscaldare l’imbottitura scelta. Tra i più classici, quello più gettonato e forse “classico”, è quello con pancetta, mozzarella e per chi vuole, un pizzico di peperoncino piccante, ma le modalità di imbottitura sono molteplici e tutte molto apprezzate.
Vediamo insieme cosa occorre per preparare in casa il panuozzo di Gragnano, secondo il portale verdepeperone.it.
-Ingredienti:
-Procedimento:
Mescolare le due farine e poi posizionarle a fontana su un piano da lavoro.
Sciogliere il lievito nell’acqua ed iniziare ad amalgamare con la farina, impastare per cinque minuti circa e poi aggiungere il sale.
Continuare ad impastare per altri cinque minuti, fino a quando la pasta sarà morbida e liscia. Formare panetti lunghi 20 centimetri e alti 4 centimetri, schiacciarli con le mani e poi posizionarli in una teglia unta con un po’ d’olio, per farli crescere.
Una volta cresciuti, infornare i panuozzi a 180 gradi per 30 minuti, poi una volta cotti, spaccarli a metà e farcirli, poi infornare nuovamente per far amalgamare l’imbottitura.
Servire il panuozzo ancora caldo e mangiarlo rigorosamente con le mani, evitando tassativamente le posate e magari accompagnandolo con un bel bicchiere di vino rosso di Gragnano.
Tutto chiaro? Allora è il momento di mettersi all’opera.