La frittata di patate è un piatto che regna sovrano sulle tavole imbandite dei napoletani. Che venga preparato come aperitivo ad un compleanno o proposto come un secondo semplice e saporito, riscuote sempre notevole successo.
Non tutti sanno però che questa pietanza è un piatto di importazione spagnola, legato alla scoperta del nuovo continente.
Nasce infatti in Spagna, dove è chiamata tortilla, successivamente alla colonizzazione europea delle Americhe.
Il primo documento ufficiale che fa riferimento alla tortilla di patate risale al 1817 e descriveva le misere condizioni degli agricoltori della Navarra, riportando anche i cibi che essi consumavano.
La tortilla di patate risale alla fine del XVIII secolo, quando furono ideate delle tortine che non dovevano essere cotte, bensì fritte. L’obiettivo era quello di creare un nuovo piatto economico e nutriente che potesse sopperire alla forte carestia di cui soffriva l’Europa all’epoca.
Con il predominio spagnolo in Italia, la ricetta della tortilla venne diffusa anche a Napoli, dove divenne uno dei piatti più consumati del regno.
Gli spagnoli, infatti, consapevoli delle restrizioni alimentari che erano costretti a subire i napoletani, dettarono l’adozione di coltivazioni come la patata, e piatti con essa preparati, poiché aveva un rendimento maggiore rispetto ai cereali: la patata poteva infatti fornire una quantità di calorie di 2-4 volte superiore a parità di superficie coltivata rispetto al frumento, alla segale e all’avena; inoltre aveva tempi di maturazione minori.
Ecco perché la tortilla di patate venne suggerita come espediente per sopperire alla fame e resistere alle durissime condizioni in cui versava la Napoli spagnola nella prima metà del seicento, con lo scopo probabilmente di tenere a bada i soppressi.
Il piatto fu accolto con una certa benevolenza: in effetti consentiva di consumare un pasto nutriente con ingredienti poveri.
Restava il fatto però che l’egemonia spagnola fu durissima da sopportare e ben presto la popolazione della città insorse contro la pressione fiscale imposta dal governo vicereale spagnolo, capeggiata da Tommaso Aniello d’Amalfi, meglio conosciuto come Masaniello.
Nonostante la breve durata, la ribellione da lui guidata indebolì il secolare dominio spagnolo sulla città, aprendo la strada per la proclamazione dell’effimera e filofrancese Real Repubblica Napoletana.
Nonostante la nascita della neonata Repubblica, moltissime erano state le influenze degli spagnoli sui napoletani, da ogni punto di vista: artistico, culturale e non di meno, culinario.
La tortilla, che da noi prese il nome di frittata, continuò ad essere preparata e utilizzata come rimedio contro la fame, così come diabolicamente suggerito dai generali spagnoli.
Ben lontani dai tempi dell’oppressione, oggi questo piatto continua ad essere preparato dalle matrone napoletane che lo propongono come un saporito secondo o come sfizioso aperitivo, riscuotendo tutto il successo che merita.
Se volete preparare anche voi una croccante frittata di patate, qui di seguito potete leggere gli ingredienti:
Ingredienti per 4 persone
Preparazione
Pelare e tagliare a dadini le patate facendole scaricare dell’amido in acqua fredda.
Asciugarle bene e lasciarle friggere in padella con l’olio bollente. Appena dorate, levarle dal fuoco e salare appena. Mettere da parte.
Frustare le uova e unirvi le patate lasciate raffreddare, il parmigiano, il pecorino, il pepe. Aggiustare di sale se occorre.
Friggere tutto in olio ben caldo, finché non si indora il tutto.
Da servire appena calda quasi tiepida.