I miracoli di San Francesco d’Assisi in Campania: quando resuscitò due fanciulli
Ott 03, 2017 - Claudia Ausilio
Primo affresco di Giotto - miracolo di Sessa
Nel 1939 Papa Pio XII proclamò San Francesco d’Assisi patrono d’Italia. L’evento in Terra di Lavoro assunse una valenza particolare rispetto al resto della Campania: infatti è accertata la presenza del Santo d’Assisi e dei francescani nel Casertano sin dagli albori dell’Ordine.
Basti pensare al tesoro poco conosciuto che si cela tra le campagne della frazione Casanova del comune di Carinola, in provincia di Caserta. Il convento di San Francesco in Casanova di Carinola è stato dimora del Santo di Assisi, che usò una grotta scavata nella roccia come sua casa. All’interno, si dice, siano evidenti i segni delle ginocchia e della fronte, lasciati dove egli usava pregare. La sua fondazione risale agli inizi del 1200, anno in cui San Francesco intraprese un viaggio nell’Italia Meridionale.
Ed è proprio durante questo suo viaggio in Campania che il santo poverello compì due miracoli. Resuscitò un fanciullo di Capua, che mentre giocava presso la riva del Volturno cadde nel fiume e vi annegò. Gli amici disperati gridarono: “Santo Francesco, rendi il bambino al padre e al nonno, che sudano al tuo servizio!”. E mentre tutto il popolo invocava il santo un nuotatore riuscì a recuperare il corpo senza vita del ragazzino. San Francesco provocato dalla devozione e dalle preghiere del popolo, subito resuscitò il fanciullo morto. Il quale supplicò d’essere portato alla chiesa di San Francesco, per il cui favore giurava d’essere risorto.
Poi a Sessa Aurunca, sempre nel Casertano, una casa crollò uccidendo un giovane che era all’interno, i soccorritori lo estrassero dalle macerie senza vita e lo adagiarono su una lettiga. La madre formulò questo voto: “O San Francesco, rendi a questa sventurata il suo caro figlio, ed io cingerò il tuo altare con un filato di argento, lo coprirò con una tovaglia nuova, e circonderò di candele tutta la tua chiesa!“. Verso la mezzanotte il giovinetto cominciò a respirare, e prima che spuntasse il giorno tornò completamente alla vita lodando il Signore.
Questo miracolo colpì molto l’attenzione di Giotto che dipinse nella chiesa Inferiore di Assisi le “scene dall’Infanzia del Signore”, ed alcuni miracoli, sotto di esse. Ben due sono gli affreschi che riguardano la morte e la resurrezione del fanciullo di Sessa. Nel primo affresco vicino alla casa crollata si raccolgono parenti e cittadini piangenti. Il volto esanime del fanciullo è presentato alla madre che lo recinge con la bionda massa di capelli. Nel secondo affresco, invece, S. Francesco compie il miracolo facendo la sua comparsa nella camera dei defunto. Il fanciullo è rappresentato mentre ritorna fra i vivi, e dietro tre donne (la madre e forse due sorelle) che lo seguono, raccolte in preghiera.
Entrambi i miracoli sono raccontati e citati nella canzone di Angelo Branduardi “Il trattato dei miracoli”, scritta nel 2000 e tratta dall’album “L’infinitamente Piccolo”:
“Un bambino a Capua cadde nel fiume,
alla vita ritornò chè era già morto.
Un giovane di Sessa fu travolto da un muro
Ma Francesco lo svegliò prima dell’alba“.
Fonti:
– “Vita di S. Francesco – Trattato dei Miracoli” di Fra Tommaso da Celano – Edizioni Porziuncola Assisi
– Sessa Aurunca dalla A alla Z. Guida storica e turistica in forma di dizionario, Sessa Aurunca, PUBLISCOOP EDIZIONI, 1994