Maria Lorenza Longo: la badessa miracolata che fondò l’Ospedale degli Incurabili
Mag 04, 2019 - Michele Di Matteo
Una donna per le donne, una badessa per le monache, una malata per le malate. Maria Lorenza Longo ha speso la sua santità costruendo la “Casa di Dio” nelle anime e nei corpi, in senso figurato ma anche e soprattutto in senso letterale. Dall’Ospedale degli incurabili all’Ordine delle Clarisse Cappuccine, la cura e la fondazione tra i principi cardine di una nobildonna venuta dalla Spagna per lasciare un segno indelebile in Italia e a Napoli.
Nata nel 163 in Catalogna, Maria Lorenza Richenza, a soli 15 anni è data in sposa a Giovanni Longo, Gran Cancelliere del Regno di Spagna, con cui giunge nel Vicereame di Napoli nel 1506. La leggenda vuole che qui, a causa di un tentativo di avvelenamento da parte di una serva, sia rimasta paralitica per alcuni anni (oggi si formula anche l’ipotesi di episodi ricorrenti di artrite reumatoide), fino a quando fu risanata presso la Santa Casa di Loreto.
Fu solo l’inizio di un calvario che l’accompagnò per tutto il resto della vita, ma anche – voto fatto dopo la miracolosa guarigione – di un’intensa attività in favore dei più deboli, ovvero donne e malati. Ad appena 46 anni, nel 1509, infatti, rimase vedova (con tre figli a carico) ma cominciò anche ad accudire gli infermi, prestando servizio presso l’ospedale di San Nicola, in Castel Novo. Viste le richieste sempre più numerose degli infermi, ebbe l’idea di fondarne uno nuovo: fu così che nel 1519, fece edificare il celebre Ospedale degli Incurabili, nel centro antico di Napoli, che accolse San Gaetano da Thiene e i ‘teatini’ giunti nel capoluogo partenopeo nel 1533.
Inizialmente fu soprattutto un luogo dove le partorienti, sia sposate che non, potessero sentirsi al sicuro. Infatti nell’ospedale si trovava il primo dipartimento di maternità, decorato con affreschi che ispirano calma e serenità. Fu il primo nosocomio fatto costruire da una donna per le donne.
Il suo nome originario fu Ospedale di Santa Maria del Popolo degli incurabili, inaugurato il 23 marzo 1522, anche grazie al sostegno di alcuni suoi potenti e ricchi amici. Lo diresse per dieci anni, facendo costruire accanto ad esso anche una casa per prostitute, affidata alla direzione della duchessa di Termoli, Maria Ayerbo.
A Napoli, nel 1530, favorì anche l’arrivo dei Cappuccini, facendo edificare per loro il convento di S. Eframo vecchio.
Ancora non appagata, fece costruire anche il monastero di S. Maria di Gerusalemme con la Regola del Terz’Ordine Francescano, accettando solo sorelle senza dote, come nei primi decenni della comunità di S. Chiara, sulle orme di S. Coletta. Data la richiesta d’ingressi, il papa fissò il numero massimo di 33 sorelle. Aveva 72 anni, nel 1535, quando decise di entrare nel suo monastero affidando la direzione dello stesso ai frati cappuccini. Alla loro presenza, seguì la proposta di adottare la Regola di S. Chiara, “strictissime”, istituendo così le monache Clarisse Cappuccine. Paolo III con la bolla Cum Monasterium del 10 dicembre 1538 vincolò i Frati Cappuccini ad assistere in perpetuo il monastero. Maria Lorenza Longo fu nominata badessa da papa Paolo II,I carica che conservò fino alla morte, avvenuta a 79 anni, nel 1542. Dalle sue sorelle è ricordata il 21 dicembre.