Il corpo come un tempio: il make up e la bellezza per il popolo egizio


I più moderni latini avrebbero detto “mens sana in corpore sano”, ebbene il popolo egizio aveva un vero e proprio culto per la cura del corpo, tant’è che vantano il privilegio di essere la patria della cosmetica per eccellenza! Al tempo sia uomini che donne utilizzavano molto generosamente belletti e unguenti, per curare viso e corpo, avendo a disposizione una tradizione millenaria in merito, tramandata dal Mesolitico quando le rive del Nilo erano abitate prevalentemente da cacciatori e pastori.

L’utilizzo di cosmetici da parte degli egizi è testimoniato da incisioni, decorazioni e da numerose documentazioni scritte, una fra tutte, il Papiro Ebers che porta la data del 1550 a.C. In questo documento tradotto nel XIX secolo da G. Ebers vi sono contenute ben 700 ricette di medicamenti e preparazioni cosmetiche che danno modo di comprendere come unguenti e pozioni fossero preparati sulla base, non solo, di tecniche pratiche ma aromatizzati con credenze magiche e, perché no, scaramantiche!

Quale fosse invece l’ideale estetico del corpo umano nell’Antico Egitto, bene, questo lo si evince facilmente da pitture, rilievi e statue realizzati dagli artisti dei Faraoni. Queste opere mostrano uomini e donne dal corpo longilineo, atletico e giovanile e dove la bellezza femminile era sottolineata dalle forme generose di seni e fianchi prosperosi. Ma l’aspetto della bellezza e dell’estetica non si fermava meramente ad un corpo e ai suoi belletti, infatti anche la lingua dell’Antico Egitto rendeva omaggio alla bellezza. Questa contemplava ben due locuzioni per esprimere il concetto di bellezza: la prima è Nefer, ossia l’essere perfetto, armonioso e equilibrato in tutte le sue parti, dunque, in maniera molto più semplice “bello” inteso anche nella sua accezione di “buono”, quasi a voler fondere un ideale estetico con un principio etico.

L’altra locuzione è An, letteralmente “bello” ma nel senso di decorato, ornato. Non a caso il geroglifico che lo rappresentava era l’occhio contornato dal khol. Possiamo senza dubbio affermare che questo popolo aspirava ad un cosmo dove tutto era in equilibrio sia nell’aspetto fisico che in quello sociale. Detto ciò passiamo a dare uno sguardo più da vicino a quelle che erano le pratiche igieniche ed estetiche a cui solevano sottoporsi quotidianamente gli Egizi per mantenere il proprio corpo di bell’aspetto e soprattutto giovane. Agli albori della cività egizia il confine tra igiene e bellezza era molto labile, in quanto i cosmetici usati erano pressocchè gli stessi e solo col passare del tempo la gamma dei prodotti è cresciuta di numero diventando ovviamente più specifica. Per gli Egizi la pulizia del corpo aveva una forte relazione con quella dello spirito.

Rasoio egizio

La pratica cominciava dal mattino, la prima operazione era quella della depilazione, seguita da un accurato lavaggio, cosa a cui tutti potevano accedere in quanto le acque del Nilo erano alla portata di tutti. Ovviamente per gli uomini oltre a depilare il corpo erano soliti radersi la barba ogni giorno, va da se che la barba nell’Antico Egitto non era di gran moda, diciamo anche che questa misura era adottata anche per limitare infestazioni di pidocchi o altri parassiti. Chi portava la barba incolta aveva, neanche a dirlo, una bassa estrazione sociale o si trovava a in un momento particolare della propria vita, come un lutto o un forte disagio emotivo. Non mancavano barbieri e anche i corredi personali degli uomini egizi includevano rasoi di varie fogge, forbici e pinzette.

Quanto alla popolazione femminile, anche questa era solita depilarsi ma per la donna la pelle liscia era anche uno strumento di seduzione molto importante, addirittura propedeutica all’atto sessuale; infatti oltre ai vari rasoi e pinzette le donne usavano delle vere e proprie creme depilatorie, la cui composizione era a base di ossicini di uccello tritati, escrementi di mosca, succo di sicomoro e gomma, il tutto veniva riscaldato e applicato sulle zone da trattare! Per la detersione invece si usava una miscela di acqua e carbonato di calce naturale o acqua addizionata a carbonato di sodio o al suabu, una sostanza solida che aveva proprietà sgrassanti e schiumogene. Utilizzavano delle terre o dei Sali come il natron, che aveva un’azione abrasiva e levigante, come i nostri amati scrub, e che venivano accuratamente massaggiati sulla pelle, in particolare su gomiti e ginocchia. Successivamente il corpo veniva frizionato con oli emollienti di varia estrazione (palma, noce, oliva, sesamo, lino, ecc.,) a cui venivano aggiunte essenze profumate. In più il corpo sotto mani esperte di massaggiatori acquistava tono e si manteneva snello.

Pinzette egizie

A onore di quanto detto finora e soprattutto a confermarlo ancora una volta, nei templi di Edfu e Medinet-Abu sono stati rinvenuti dei laboratori sulle cui pareti sono ancora leggibili ricette cosmetiche di più largo uso, come la maschera purificante (gesso e argilla) e i saponi composti da cenere e nitro, quest’ultimo veniva miscelato all’acqua e fungeva da colluttorio contro l’alitosi.Se la bellezza ti sarà compagna, sarai sempre felice” si legge su una tavoletta anonima risalente all’epoca della regina Nefertiti (1320 a.C.), quale modo migliore per dirvi alla prossima puntata!

Arianna Abbro

Truccatrice/visagista, esperta in trucco sposa,

cerimonia, camouflage, epoca, antiage, correttivo.


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