Rinasce l’Albergo dei Poveri: dalla Biblioteca al Museo Archeologico, cosa diventerà


Si è tenuto oggi un incontro a Roma, nella sede del Ministero della Cultura, tra il Ministro Gennaro Sangiuliano e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. La riunione segue a quella di venerdì scorso, quando Sangiuliano e Manfredi hanno visitato insieme il Real Albergo dei Poveri che è al centro di un nuovo progetto di recupero da finanziare con 100 milioni di euro del PNRR.

La rinascita dell’Albergo dei Poveri: tavolo al Ministero della Cultura

“Al lavoro per Palazzo Fuga. Primo incontro al @MiC_Italia con sindaco @GaeManfredi per realizzare un protocollo d’intesa che restituisca il Real Albergo dei Poveri alla città di Napoli e ai napoletani” – questo il testo del tweet pubblicato dal Ministro della Cultura, con tanto di foto in cui sono ritratti al lavoro tutti partecipanti alla riunione.

Cosa diventerà il Real Albergo dei Poveri

Sono diverse le ipotesi di utilizzo del Real Albergo dei Poveri sul tavolo di Ministero e Comune di Napoli. L’edificio monumentale più grande d’Europa sarà certamente un polo culturale: quasi sicuramente vi sarà trasferita la Biblioteca Nazionale che attualmente si trova a Palazzo Reale, o almeno verrà creata una sede distaccata vista la fragilità di numerosi volumi che potrebbero essere danneggiati durante il trasporto. Una soluzione, questa, che andrebbe solo parzialmente incontro alle tesi di chi vorrebbe che Palazzo Fuga fosse destinato alla sua funzione originaria, quella di essere un luogo di accoglienza  e cura delle persone in difficoltà, ma anche una enorme scuola di arti e mestieri per i tanti giovani napoletani e meridionali.

Una sede distaccata potrebbe toccare al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che conta opere conservate nei depositi in quantità di molto superiore rispetto a quelle attualmente esposte. Troverebbe così vita, ancora parzialmente, un vecchio progetto conosciuto come Louvre napoletano che nelle intenzioni originali sarebbe stato ben più grande di quello parigino. Si valuta anche la creazione di un centro che ospiti una sede dell’Università Federico II sul modello del Politecnico di Bari.


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