La chiesa di Sant’Anna dei Lombardi (detta anche Santa Maria di Monteoliveto) è una chiesa monumentale di Napoli sita nei pressi di via Toledo, in piazza Monteoliveto.
È un pezzo di Firenze trapiantato nel cuore di Napoli. Si tratta di una delle più rilevanti testimonianze del rinascimento toscano a Napoli.
La costruzione della chiesa risale al 1411: il nome Sant’Anna dei Lombardi è dovuto al fatto che nel 1799 fu ceduta all’arciconfraternita dei Lombardi, orfana della sua chiesa dedicata a Sant’Anna. Degni di nota sono gli affreschi di Vasari del 1544 nella Sacrestia Vecchia e il gruppo scultoreo di terracotta raffigurante il Compianto sul Cristo Morto di Guido Mazzoni del 1492, conservato nell’Oratorio del Santo Sepolcro.
La chiesa di Sant’Anna dei Lombardi ha una pianta tipicamente fiorentina, a navata centrale, una volta barocca a botte cassettonata e cupola, dialogante con 5 cappelle laterali (che si aggiungono ad altre due presenti già a lato dell’abside). Il gusto tardogotico napoletano rimane grazie all’arco a sesto ribassato, alle sopravvissute finestre sui lati e sull’atrio, ma non vengono schiacciate dalle presenze barocche successive.
La chiesa venne fondata da Gurello Origlia, protonotario del re Ladislao di Durazzo, che patrocinò la costruzione di una piccola chiesa detta di santa Maria di Monteoliveto, affidata ai padri Olivetani. La fabbrica fu sottoposta a radicali lavori di ampliamento da parte di Alfonso I di Napoli e ben presto divenne tra le favorite della corte aragonese.
L’edificio religioso testimonia lo stretto legame tra la città e la Toscana, dimostrando che già a quei tempi si era insediata a Napoli una fitta “colonia” fiorentina di mercanti, artigiani e banchieri; non a caso i negoziati tra Antonio Piccolomini e gli scultori Antonio Rossellino e Benedetto da Maiano sulla costruzione e la decorazione della cappella omonima presente in chiesa furono portati avanti dalla famiglia Strozzi, che aveva a Napoli una filiale della loro banca attraverso cui facevano pagamenti agli artisti.
Nel XVII secolo la chiesa fu ritrasformata da Gaetano Sacco mentre nel 1798 Ferdinando I delle Due Sicilie dispose l’allontanamento degli olivetani e così l’arciconfraternita dei Lombardi, all’epoca in un’altra chiesa dedicata a sant’Anna situata nelle vicinanze, ma inagibile per via del crollo del tetto, colse l’occasione per spostarsi nella chiesa di Monteoliveto che cambiò dunque denominazione in Sant’Anna dei Lombardi.
Parte della facciata fu ricostruita dopo la seconda guerra mondiale per via di gravi danni subiti durante i bombardamenti alleati, in particolar modo nell’atrio gotico.
Dal punto di vista stilistico, la chiesa presenta tratti tipici del rinascimento fiorentino, soprattutto dal punto di vista architettonico; le grandi cappelle a pianta centrale rimandano chiaramente alle analoghe costruzioni fiorentine e l’intervento di Benedetto da Maiano è da mettere in relazione alle cappelle Piccolmini e Correale.
Il resto dell’edificio si presenta invece nella veste che le fu data nel XVII secolo, sacrificando l’originaria in stile gotico, di cui rimangono alcune finestre tamponate visibili all’esterno, sui lati, e l’atrio, in piperno caratterizzato dall’arco a sesto ribassato tipico del tardogotico napoletano, ricostruito, comunque, dopo i bombardamenti nel 1943.
La facciata della chiesa in particolare è composta da un arco in piperino; nell’atrio gotico è conservata l’edicola sepolcrale di Domenico Fontana, costruita nel 1627 dai figli Sebastiano e Giulio Cesare Fontana e proveniente dalla distrutta chiesa di Sant’Anna.
L’interno è a navata unica con copertura a botte e cupola; le cappelle sono cinque a lato, più altre quattro nel presbiterio (due sulle pareti frontali e due ai lati dell’abside). Da ricordare che il presbiterio fu aggiunto nel XVI secolo e che all’interno delle quattro cappelle che lo caratterizzano vi è una vera e propria antologia della scultura del Quattrocento e del Cinquecento. L’altare maggiore fu eseguito su disegno di Giovan Domenico Vinaccia da Bartolomeo e Pietro Ghetti mentre alle spalle della zona absidale alcuni corridoi conducono alla sacrestia.
La controfacciata ospita nella parte superiore l’organo “F.lli Lingiardi di Pavia” (1904) ed un ciclo di affreschi di Battistello Caracciolo, nella parte inferiore invece si ammirano gli altari gentilizi della famiglia Ligorio (1532) e Del Pezzo (1524) eseguiti dal Da Nola(il primo), e da Girolamo Santacroce (il secondo).
Tra le cappelle spiccano la Correale, con architettura ispirata alla maniera di Giuliano da Maiano in cui trovano alloggio sculture di Benedetto da Maiano; la Tolosa, di Giuliano da Maiano con sculture dei Della Robbia e affreschi di Cristoforo Scacco di Verona; e la cappella Piccolomini, tra le più riuscite dei modi fiorentini.
Nelle altre invece sono presenti tombe della nobiltà napoletana del XV secolo con decorazioni in fresco di Giuseppe Simonelli, di Baldassarre Aloisi, Nicola Malinconico, Francesco Solimena e altri.
Ma la più importante impronta del rinascimento fiorentino presente nella città partenopea è la sacrestia del Vasari, un’ambiente presente nella chiesa di Sant’Anna dei Lombardi interamente affrescato da Giorgio Vasari.
L’ambiente si trova nella quarta cappella a destra, in fondo alla navata centrale della chiesa. Il ciclo di affreschi della sacrestia vecchia è accompagnato anche da pregevolissime tarsie lignee eseguite da Fra Giovanni da Verona nel 1506 (terzo ciclo dopo quello di Santa Maria in Organo a Verona e dell’Abbazia territoriale di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano) e da statuette lignee raffiguranti i santi dell’ordine.
Gli affreschi nella sagrestia furono commissionati dai frati olivetani ed eseguiti dal Vasari nel 1545, con l’assistenza del toscano Raffaellino del Colle.
Grazie al Vasari il manierismo toscano scavalcò i confini dello Stato pontificio e arrivò, finalmente, persino nel Meridione della penisola italiana. All’interno della chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, il manierismo vasariano irrompe in un gusto architettonico prevalentemente gotico, ma questa irruzione non fu all’epoca per nulla scontata; anzi, vista la mancanza di luce diffusa all’interno del refettorio, il Vasari pretese di poter effettuare un lavoro di imbiancamento dell’intera superficie delle pareti del refettorio, prima di accettare il lavoro.
La chiesa di Sanata Maria dei Lombardi rappresenta una meta irrinunciabili per chi decide di visitare le bellezze artistiche della città di Napoli.
Questo articolo fa parte della rubrica sulle Chiese di Napoli .”Napoli, la città delle 500 cupole”.
Info utili:
- piazza Monteoliveto 3 80100 Napoli (NA)
- Telefono: 0815513333