Sede dal 2007 del Museo Diocesano di Napoli, la chiesa fu eretta nel 1617 su disegno di Giovan Giacomo di Conforto per volontà delle monache di Santa Maria di Donnaregina. La Chiesa di Santa Maria di Donnaregina Vecchia era stata danneggiata dal tempo e dai terremoti che l’avevano resa inagibile. La chiesa Nuova fu dapprima collegata con l’abside dell’ edificio precedente e da esso resa indipendente con il restauro del 1928-1934 ad opera di Gino Chierici, noto architetto e restauratore del tempo.
Il nuovo edificio venne realizzato su una maestosa scalinata in piperno e marmo, che sovrasta l’omonimo Largo. Tutto è regale, nella nuova chiesa, tutto sembra voler testimoniare la vera bellezza nella vera fede. Ne parla la facciata, nella sua equilibrata eppure briosa ricerca di eleganza, scandita da due ordini di lesene con capitelli corinzi.
In due nicchie del primo livello, le sculture dei Santi Bartolomeo e Andreaincorniciano un portale marmoreo di Bernardino Landini – grande marmoraro e decoratore del 600 – aggiunto successivamente. Al secondo livello, finestre inserite in cornici di marmo. Conclude la facciata il timpano traforato che lascia intravedere il cielo. Una cornice perfetta per l’occhio ed il cuore, che presto saranno condotti all’interno di questo luogo di culto in cui il fedele è coccolato da decorazioni in marmi policromi, stucchi, ori e dipinti. Esse sembrano fiorire spontanee lungo l’unica navata, tanto ariosa e luminosa da trasmettere un senso di pace e libertà, seppure tra arditi slanci barocchi.
Circondano la navata sei cappelle con dipinti e decorazioni marmoree di Antonio Guastaferro, Tommaso Fasano, Gaetano Sacco e Francesco Solimena: tutti grandi nomi del barocco italiano tra Seicento e Settecento. Le cappelle sono separate da piloni che accolgono, in nicchie poco profonde, statue votive.
Silenziosamente si è guidati verso il fulcro dell’edificio: l’altare maggiore. In breccia di Sicilia, decorato da fregi di color verde antico, fu realizzato daGiovanni Raguzzino e Giovanni di Filippo su disegno del Solimena. Alle spalle dell’altare un polittico (un’ opera sacra costituita da pannelli indipendenti racchiusi da una cornice) risalente al XVI secolo e raffigurante la Morte, l’Assunzione e l’Incoronazione della Vergine e alcuni Santi. La parete absidale, opera del Solimena, ospita la raffigurazione di San Francesco che offre le rose al Padre Eterno. Lateralmente all’ altare, infine, due tele di Luca Giordano: Le Nozze di Cana e Il Discorso della Montagna.
Dipinti suggestivi, illuminati dalla luce proveniente dalle grandi finestre della cupola sovrastante l’altare.
Realizzata nel 1655, essa accoglie l’ultimo ciclo di affreschi di Agostino Beltrano. Vi è raffigurato il Paradiso; nei lunettoni laterali sono rappresentati Cristo e la Maddalena, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. Nella zona inferiore, figure allegoriche.
A destra della navata centrale si accede alla Sagrestia: preceduta da una sala con stucchi e affreschi di Santolo Cirillo, presenta dipinti di Massimo Stanzione e diCharles Mellin, tra cui due nature morte. A sinistra si accede alla Sala del Comunichino in cui, prima del restauro del 1928, era conservato il corpo di Maria d’Ungheria, deposto nel sepolcro realizzato da Tino da Camaino. Anche in questa sala, affreschi di Santolo Cirillo esaltati da decorazioni in marmo, specchi e porte.
Da qui, attraverso una scala, è possibile raggiungere il Coro delle monache, decorato con un ciclo di dipinti realizzati da Francesco Solimena che raffiguranoStorie Francescane e Santi.
E così, tra i giochi di luce degli ori e la plastica fermezza del marmo, sembra che il cuore trovi la via verso il cielo.
Questo articolo fa parte della rubrica sulle Chiese di Napoli .”Napoli, la città delle 500 cupole”.
Indirizzo: Largo Donnaregina, 23 Napoli
Orario di apertura: Lunedi a Sabato 9,30-19,00; Domenica 9,30-14,00
Come arrivare alla Chiesa di Santa Maria di Donnaregina Nuova
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