San Giovanni: il rito del trave di fuoco e la terrificante apparizione di Salomè
Set 17, 2018 - Marco Visconti
San Giovanni è un personaggio molto importante per la Cristianità. Il 24 giugno si commemora il giorno della sua nascita. All’età matura, il figlio di Zaccaria ed Elisabetta inizia a predicare come profeta, nel breve termine si circonda di un’ampia cerchia di accoliti e ha modo di conoscere e battezzare Gesù, da qui l’epiteto del “Battista”.
Il suo operato viene fermato da Erode Antipa, il quale lo arresta con la preoccupazione che potesse causare una rivolta popolare. I Vangeli sinottici sono di un altro parere, il motivo va ricercato nella denuncia di Giovanni a Erode per le nozze incestuose con Erodiade. Quest’ultima riesce a premere sulla figlia Salomè per convincere Erode a decapitare Giovanni. La decapitazione è stata oggetto d’ispirazione di numerosi artisti, tra questi c’è il noto pittore Caravaggio con la sua “Decollazione di San Giovanni Battista”.
I riti e le usanze associate alla festa di san Giovanni hanno origini pagane. La ricorrenza è sentita in tanti luoghi del Paese, per citare le parole di Matilde Serao:
“… Sono cento, ma sono mille, le piccole, le grandi leggende di San Giovanni, il mistico Precursore, dal cuore solitario e ardente; e ogni regione, ogni paese, si può dire che ogni borgata abbia la sua leggenda…”.
A Napoli, ai tempi della scrittrice, la suindicata ricorrenza diventa propiziatoria per le giovani napoletane a trovare marito. Le pratiche sono diverse, alla vigilia della festa la donna prepara un secchio d’acqua che ricorda la fonte battesimale, e mette al suo interno dei petali di rose, fa liquefare un pezzo di piombo, “chiummo”, poi mette la sostanza nell’acqua. Il piombo assume una forma solida rimandante a un mestiere della persona che la donna avrebbe sposato.
Un’altra usanza vuole che per 9 sere a mezzanotte, prima della commemorazione, la donna debba mettersi nell’angolo del balcone di casa e recitare diverse preghiere, infine l’ultimo giorno vede comparire, in aria, una trave di fuoco su cui balla Salomè, e in strada una voce grida il nome del futuro marito. Non tutte le donne riescono a resistere l’ultima sera, perché paurose da un’eventuale immagine di Salomè, quindi rientrano in casa prima di ascoltare la suddetta voce. Simili usanze popolari persistono ancora a Napoli, ma sono praticate sempre meno.
La trave di fuoco ha un grande seguito anche in Costiera Amalfitana, però rispecchiando una tradizione diversa, cioè la trave scende dal cielo per arrivare a mare e riscaldarlo: “Care ‘o trave ‘e fuoco a mare”. La festività ha luogo pochi giorni dopo il solstizio d’estate, il 21 giugno, quindi con l’arrivo dell’estate l’acqua marina si riscalda, perciò sono possibili i bagni.
Sitografia:
– http://www.treccani.it/enciclopedia/salome/
– http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-giovanni-battista/
Bibliografia:
– M. Serao, La Madonna e i Santi, Napoli, Angelo Trani, 1902