I Sedili di Napoli, detti anche Seggi o Piazze erano delle istituzioni amministrative in attività dal XIII al XIX secolo a Napoli e presiedute da dei rappresentati, denominati Eletti. Lo scopo degli Eletti era quello di raggiungere e salvaguardare il bene comune della città. I Seggi erano sei in totale, cinque ad appannaggio dell’aristocrazia, mentre il sesto era destinato a rappresentare tutta la popolazione. La ripartizione determinata dai seggi non era territoriale ma puramente associativa.
In epoca normanna, con l’istituzione della Magna curia regis, cinque giudici si occupavano delle cause penali. Col passare del tempo le loro competenze aumentarono ed iniziarono, così, ad occuparsi di riscossione delle rendite, distribuzione del grano e il controllo dei prezzi, tramite l’ufficio della “assisa”.
Fu Carlo II d’Angiò a suddividere l’assisa in cinque municipalità con competenze sulle cause civili, atti di compravendita, contratti nuziali e così via. Erano nati i Sedili. Non tutte le Piazze però godevano delle medesime prerogative e, col tempo, ogni realtà si ritagliò il suo campo specifico di preminenza.
La loro importanza crebbe sempre di più fino a determinare dei veri e propri intrighi di corte che spesso sfociavano in conflitti armati. Nel 1601 i Seggi ebbero, addirittura, l’incarico di proteggere il preziosissimo tesoro di San Gennaro. Per quanto riguarda l’aspetto architettonico avevano una pianta quadrata, con molte sale destinate alle riunioni e protetti da cancelli e bande armate.
Ai tempi del viceregno asburgico emerse la figura di Giulio Genoino che si batteva per la parificazione del Seggio del Popolo con quelli presieduti dagli aristocratici. Col vuoto di potere determinato dalla nascita della Repubblica Napoletana i Seggi videro crescere esponenzialmente il loro potere.
Venne creata la Giunta degli Eletti che, oltre a sovraintendere alle funzioni civili già svolte in passato, ebbe la possibilità di organizzare l’esercito. Ritornato sul suo trono Ferdinando IV sancì la fine delle Piazze col decreto del 25 aprile 1800. Con le riforme di Gioacchino Murat vennero fatti confluire nel Corpo di Città e nel Municipio.
Nello specifico i Sedili erano i seguenti:
– Capuana: il nome deriva, probabilmente, dalla presenza al suo interno della potente famiglia Capuano, la sua sede era in via Tribunali.
– Montagna: così denominato poiché situato nella parte più alta della città.
– Forcella deve il nome alla sua vicinanza con la scuola di Pitagora che aveva come simbolo una Y. Venne poi accorpato nel Seggio di Montagna. Era ubicato vicino la chiesa di Santa Maria a Piazza.
– Nilo: così chiamato per la sua vicinanza alla statua del dio Nilo, presso il Largo Corpo di Napoli.
– Porto: sorgeva vicino l’antico porto di Napoli, sorgeva in via Mezzocannone all’angolo con via Sedile di Porto.
– Portanova: così definito poiché in epoca greca le mura delle città vennero ampliate e fu costruita una nuova porta nei pressi del porto.
– Popolo: destinato a rappresentare il popolo. Non aveva, di fatto, nessun potere e si limitava a riportare le lamentele dei ceti meno abbienti. Il seggio era molto attivo nell’organizzazione di feste e processioni. Nel corso del XV secolo la sua sede venne collocata in via Sant’Agostino della Zecca.