“Maria è tutta la ragione della mia speranza” era scritta questa frase di San Bernardo sul cartello appeso alla porta della cella numero cinque. Ed era in questo luogo che Francesco Forgione, conosciuto da tutti i suoi fedeli come Padre Pio, recitava ogni notte il rosario per sentirsi più vicino alla Madonna. Forgione nacque nel 1887 a Pietrelcina, in provincia di Benevento. Già da piccolo viveva il proprio rapporto con Dio e la Vergine Maria in maniera semplice e personale attraverso visioni e apparizioni. Destinato quindi ad abbracciare un destino diverso da quello dei suoi coetanei, a sedici anni, entrò in convento come chierico dell’Ordine dei Cappuccini. Nel 1910 diventò sacerdote nel Duomo di Benevento prendendo il nome di fra Padre Pio. A causa delle sue precarie condizioni di salute fu inviato prima in diversi conventi non lontano da casa, in seguito fu trasferito in Puglia nel 1916, a San Giovanni Rotondo, dove rimase fino alla sua morte.
Fu nei primi anni trascorsi sul Gargano che Padre Pio ricevette il dono delle stimmate. Una mattina del 1918, mentre pregava dinanzi il Crocifisso del coro della vecchia chiesa, si manifestò questo evento che caratterizzò tutta la sua vita. In una lettera a padre Benedetto, il frate spiegò così il proprio stato d’animo al momento della sua stigmatizzazione: “Cosa dirvi a riguardo di ciò che mi dimandate del come sia avvenuta la mia crocifissione? […] mi vidi innanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente perché aveva le mani e i piedi e il costato che grondavano sangue. La vista del personaggio si ritira e io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue… Immaginate lo strazio che sperimentai allora e che vado sperimentando continuamente quasi tutti i giorni”. Padre Pio fu visitato da numerosi medici e altrettanto numerosi furono coloro che lo accusarono di essere uno psicopatico, imbroglione e autolesionista e che le sue ferite erano solo frutto di suggestione.
Senza curarsi delle accuse che gli attribuivano, continuò a consacrare la sua vita alla Madonna dedicandoLe la fondazione della “Casa Sollievo della Sofferenza”, struttura sanitaria inaugurata nel 1956. Dopo tre anni il frate ottenne un’ulteriore dimostrazione di quanto la sua fede fosse ricambiata. La sue condizioni di salute erano peggiorate e ormai era infermo e gli avevano dato pochi mesi di vita. Nonostante questo, quando Padre Pio seppe che la statua della Madonna di Fatima sostava a San Giovanni Rotondo, prima di andare in Sicilia e tornare in Portogallo, si fece portare sulla tribuna della nuova chiesa del convento per salutarla un’ultima volta. Dopo poco il frate tornò nuovamente sano e forte. In quello stesso anno papa Giovanni XXIII prese visione del documento contenente il terzo segreto di Fatima. Nel 1968, anno in cui milioni di fedeli si riunirono a San Giovanni Rotondo per celebrare il cinquantesimo anniversario delle sue stigmate, Padre Pio morì. Quasi trent’anni dopo gli fu conferito da Giovanni Paolo II il titolo di venerabile. Dopo essere stato beatificato, fu canonizzato nel 2002 poiché la Chiesa riconobbe miracolosa la guarigione di Matteo Colella, affetto da una leucemia fulminante.
Fonti: Antonio Socci, “Il segreto di Padre Pio”, Milano, RCS, 2007
Elena Bergadano, “Padre Pio: il profumo dell’amore”, Milano, Paoline, 1999