È il sesto cognome più diffuso a Napoli e il settantunesimo in Italia. Secondo alcuni, l’origine di Coppola deriverebbe dall’antico mestiere di vendere cappelli, e più in particolare coppole, berretti tondi con visiera tipici del Meridione. Per altri deriverebbe dalla coppa, un bicchiere utilizzato dalle nobili famiglie specialmente durante i banchetti. È molto diffuso al Sud tra Campania, Puglia, Lazio e Sicilia, ma non mancano presenze anche in Lombardia e in Valle d’Aosta. Con il passare dei secoli ha dato vita a molteplici varianti, da Coppolino a Coppoletta, da Coppolillo a Coppolecchia, ma anche Coppolone e Coppolaro.
Il primo a portare questo cognome a Napoli fu Giovanni Coppolati, vissuto nel Medioevo, possessore di alcuni beni nei pressi della chiesa di Sant’Agrippino, che ne donò alcuni al monastero di San Pietro. Risulta poi Guglielmo Coppola del Seggio di Portanova, che prestò come altri aristocratici nemici degli Svevi, ingenti somme di denaro a Carlo d’Angiò per permettergli di far fronte alla battaglia di Benevento. Questo ramo derivante da Guglielmo era iscritto al Seggio con uno stemma azzurro in cui era rappresentata una coppa dorata circondata da cinque gigli. Nel 1275 Tommaso Coppola, di Scala in provincia di Salerno, insieme con altri nobili, prestò invece mille once d’oro sempre a re Carlo ricevendo in pegno la corona regale ricoperta di pietre preziose. I suoi discendenti diffusero il cognome tra Amalfi e Castellamare di Stabia. Il primo nobile stabiese risale al XIV secolo. Proprio a Castellamare fu particolarmente noto il sacerdote Paolo Coppola che nacque alla fine del Quattrocento e possedeva una dimora in via Nova, l’attuale via Coppola. Nel 1713 Antonio Coppola fu nominato sindaco di Castellamare fino al 1718. Lo stemma di questa discendenza vedeva una base azzurra con una coppa dorata sorretta da due leoni e fu decorata con il titolo di Conte grazie alle gesta di Rodolfo, tenente colonnello, che si distinse in varie battaglie e ottenne la qualifica direttamente da Carlo VI nel 1723.
Facendo un passo indietro e tornando ai Coppola napoletani, dobbiamo ricordare che tra loro si distinse Francesco Coppola, conte di Sarno e Cariati, grand’ammiraglio dei re d’Aragona. Fu uno dei più grandi armatori partenopei, inviò le sue galee contro i turchi a Otranto e contro i veneziani a Gallipoli. Partecipò alla celebre “Congiura dei Baroni” del 13 agosto 1486, che ebbe luogo quando il re invitò tutti i nobili fregiati di questo titolo, per arrestarli, al matrimonio di sua nipote Maria Piccolomini nella sala del “Tinello”, oggi Sala dei Baroni, di Castel Nuovo. Accusato di alto tradimento fu giustiziato l’11 maggio 1487 e il suo corpo fu ceduto ai Domenicani che lo seppellirono nella Sacrestia. Un ramo differente, ma con cognome Coppola, fu originato nel Seicento da Donato, duca di Canzano, principe di Montefalcone, Cavaliere dell’abito di Alcantara e segretario del Regno.
Alla fine del Duecento comparve un Coppola anche in Sicilia. Non è sicuro se avesse origini napoletane o amalfitane. Bernardo, fu senatore di Messina dal 1286 al 1294. Il suo stemma era una coppa dorata circondata da sette gigli su uno sfondo azzurro.
Fonti: Bent Parodi, “Cognomi siciliani: tra origini italiane e locali”, Messina, Armando Siciliano, 2006
Ernesto Mazzetti , “Mare”, Napoli, Guida Editore, 2006
Giacinto Gimma, Gaetano Tremigliozzi, “Elogi Accademici Della Società”, Napoli, Carlo Troise, 1703