Sebbene le sue origini risultino in gran parte ancora incerte, il ritrovamento di alcuni documenti sembrerebbe attestare che la zona di Castellammare di Stabia, un tempo conosciuta come Stabiae, fosse già abitata a partire dall’VIII secolo a.C. Si deve agli Osci la realizzazione di un piccolo centro urbano nella zona della collina di Varano. Una scelta non casuale se si considerano la posizione strategica, l’abbondanza di acque e la presenza di fertili pianure di origine vulcanica nelle campagne circostanti.
Nel corso dei secoli, la città fu abitata da Greci, Etruschi e Sanniti che, discendendo dai monti dell’Irpinia e del Sannio, conquistarono la pianura campana. Questi ultimi costituirono una lega tra tutte le città vesuviane conquistate e scelsero come capitale Nuceria Alfaterna, che sorgeva nelle attuali zone di Nocera Inferiore e Nocera Superiore. Sotto la dominazione sannita, Stabiae fu dotata di una propria cinta muraria e di un piccolo porto che, sopraffatto dal più grande porto di Pompei, rimase sempre di importanza marginale. Tutt’intorno alla città fortificata furono costruite numerose fattorie che, con il passare del tempo, si trasformarono in piccoli borghi. Questa zona viene ancora oggi ricordata come Ager Stabiano.
I sanniti conservarono il controllo del territorio fino al 308 a.C. circa. Poi i romani li sottomisero e nel 307 a.C. Stabiae divenne alleato di Roma. In seguito, tra il 90 e l’89 a.C., Stabiae, Pompei e altre città italiche si ribellarono al dominio dell’Urbe dando vita alla Guerra Sociale. Motivo del conflitto l’insoddisfazione delle popolazioni italiche, che accusarono Roma di non riservare loro gli stessi privilegi riservati invece ai cittadini romani. Nel corso della Guerra Sociale la città fu assediata da Lucio Cornelio Silla e solo in seguito a un lungo assedio, durante il quale non fu combattuta alcuna battaglia, Stabiae si arrese. Silla si era limitato ad attendere al di fuori delle mura cittadine che la mancanza di acqua e cibo conducesse la città alla resa.
Quella che un tempo era stata una città fortificata fu distrutta e mai più ricostruita. Al suo posto, grazie al suggestivo panorama e alla ricchezza di acque, l’antica Stabiae divenne rinomato luogo di villeggiatura per i ricchi patrizi romani. Lussuose ville dotate di complessi termali, piscine, palestre e piccoli templi, furono costruite nella zona e decorate con dipinti che ancora oggi risultano essere tra i più interessanti dell’arte romana.
Nel 62 d.C. Stabiae fu scossa da un violento terremoto ma, sebbene numerose costruzioni rimasero lesionate o addirittura rase al suolo, la vita della città non fu in alcun modo compromessa. Fu avviata quasi immediatamente la ricostruzione di ciò che il terremoto si era portato via ma, ancor prima che questa venisse ultimata, Stabiae si trovò a dover affrontare il più potente nemico contro cui abbia mai dovuto combattere. Il maestoso Vesuvio, che per secoli aveva offerto ospitalità a numerosi insediamenti, borghi e cittadine, si rivoltò contro di loro.
Il 25 Agosto del 79 d.C. Stabiae, insieme a Pompei ed Ercolano, scomparve nel nulla, sepolta sotto una fitta coltre di cenere, lapilli e pomici. Tuttavia, a causa dei numerosi terremoti che avevano scosso la zona negli anni precedenti all’eruzione, molte ville si trovavano in fase di ristrutturazione, motivo per cui a Stabiae ci fu un numero limitato di vittime. Tra le più illustri ricordiamo Plinio il Vecchio che, giunto a Stabiae per osservare più da vicino l’eruzione, morì molto probabilmente avvelenato dai gas tossici sulla spiaggia.
Quella che un tempo era conosciuta come Stabiae oggi è Castellammare di Stabia e, se da un lato è facile comprendere l’origine di “Stabia” (desunto proprio dall’antico nome della città), dall’altra appare in parte più complicato comprendere il perché di “Castellammare”. In seguito alla distruzione di Stabiae ad opera del Vesuvio gli abitanti scampati all’eruzione, ormai privati delle proprie abitazioni, costituirono un villaggio lungo la costa che, proprio grazie all’eruzione, appariva ora molto più protesa nel mare rispetto a quanto fosse in passato. Questo nuovo villaggio entrò a far parte del Ducato di Sorrento e furono proprio i sorrentini che costruirono un castello sulla collina nei pressi di Pozzano, per difendere il ducato dalle incursioni barbariche. Affacciato su un’altura di circa 100 metri sul golfo di Napoli, il Castello era rivolto verso il mare ed era dunque chiamato Castello sul mare (o da mare) e quindi Castello a Mare. E’ nel 1086, tuttavia, che compare per la prima volta in un documento il nome di Castrum ad mare.