Sant’Aniello morì molto probabilmente il 14 dicembre 596 d. C. ed è per questo motivo che è celebrato in questo giorno. Egli è ricordato per essere soprattutto il protettore delle partorienti, ma non di tutte. Infatti il santo è conosciuto anche per il suo carattere vendicativo, è per questo che si dice che egli tuteli solo le donne incinte che nel giorno in cui si festeggia si rechino in una qualunque chiesa a lui dedicata. Chi è all’oscuro di questo rito, o chi pur conoscendolo decide di ignorarlo, può andare incontro all’ira del Santo.
È proprio per queste impavide che la saggezza popolare ha creato il detto: ‘A Sant’Aniello nun tucca’ né forbice e né curtiello. Coloro che non hanno rispettato il suo volere devono tenersi lontane da forbici, coltelli o oggetti appuntiti perché, per punizione, il bambino potrebbe nascere senza un arto. Quasi come se l’utensile contundente potesse dall’esterno mutilare un futuro nascituro. In alcuni luoghi del Sud dove questa credenza è particolarmente diffusa, nel giorno di Sant’Agnello i futuri papà preferiscono stare a casa con la moglie per controllare che non corra nessun ipotetico pericolo.
Il culto di questo Santo si diffuse, in tutto il Meridione e soprattutto in Campania, a partire dal XV secolo. È patrono di Sant’Agnello, piccolo centro della penisola sorrentina, che ha tra le chiese più importanti proprio quella dedicata ai Santi Prisco e Agnello. La domenica precedente alla Festività del Santo Patrono si tiene la processione a cui partecipano le varie confraternite e arciconfraternite del territorio. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo la devozione per questo eremita arrivò anche a Pisciotta, piccolo comune situato in provincia di Salerno, di cui è Santo Patrono della comunità parrocchiale. Nel 1906 vi si istituì una Confraternita in suo onore e venne acquistata anche una magnifica statua lignea che lo raffigurava e che tuttora si venera all’interno della Chiesa Parrocchiale. L’immagine rappresenta il Santo con in mano un libro e la bandiera crociata. Quest’ultima era la stessa che veniva portata in casa di un malato quando si pensava che non avesse più speranze. Numerosi sono stati i miracoli dichiarati dalla gente del luogo in seguito a guarigioni attribuite al Santo.
A Pisciotta Sant’Agnello si festeggia due volte l’anno: il 14 dicembre e il 10 agosto. In questo giorno, in particolare, la processione solenne è preceduta dalla sfilata dei “cinti” cioè fascio di ceri legati, portati a mano o in testa dalle donne del luogo. Nel 1980 il comune ospitò anche il Sacro teschio di S. Agnello, avuto in concessione dalla Cattedrale di Lucca.
Non bisogna dimenticare che Sant’Agnello è, infine, compatrono di Napoli. Qui il luogo per eccellenza destinato alla sua adorazione è la chiesa di Sant’Agnello Maggiore, detta anche Santa Maria Intercede o Sant’Aniello a Caponapoli. Quest’ultimo nome le fu dato poiché fu edificata nella parte di città considerata la più alta nel V secolo a. C. Di questo luogo, tra i più amati dai partenopei, ne scrisse anche il letterato e religioso Carlo Celano: “Vedesi una bellissima piazza detta S. Aniello che serve da delizia in estate per i Napoletani poiché oltre delle aure fresche che in essa si godono, le nostre amene colline formano alla vista un teatro molto dilettoso, e la sera in questo luogo si vedono adunanze di uomini eruditi e letterati”.
Fonti: Vincenzo Regina, “Le chiese di Napoli. Viaggio indimenticabile attraverso la storia artistica, architettonica, letteraria, civile e spirituale della Napoli sacra”, Roma, Newton Compton, 2004; Carlo Celano, “Notizie del bello dell’antico e del curioso della città di Napoli”, Napoli, Chiurazzi, 1870; Franco Salerno, “La vita, la festa e la morte: culti popolari in Campania”, Brindisi, Altrastampa, 2000.