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San Sebastiano, il santo patrono degli omosessuali

San Sebastiano è stato un martire cristiano vissuto nel quinto secolo d.C. nella Roma imperiale. Oggi è uno dei santi più invocati perchè patrono di numerose attività pubbliche e di assistenza sociale: basti pensare che protegge anche i vigili urbani. Alcuni, però, lo considerano anche patrono degli omosessuali in quanto è credenza comune che Sebastiano, in vita, avesse amato un uomo.

Di fatto, il santo fu un legionario romano, sotto l’imperatore Diocleziano, talmente abile con l’arco da essere elevato nei ranghi dei “pretoriani”, i guerrieri scelti che difendevano la persona del sovrano. Tuttavia, il giovane nutriva, di nascosto, una profonda fede cristiana e fece di tutto per assistere gli altri credenti perseguitati. Diocleziano venne a scoprire il segreto del suo uomo fidato ed, adirato, lo mise a morte facendolo bersagliare dagli arcieri: in tale circostanza l’imperatore avrebbe detto a Sebastiano “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell’ombra contro di me”. Miracolosamente il santo sopravvisse ai colpi delle frecce e tornò per affermare la sua fede in pubblica piazza, avanti agli occhi di Diocleziano che, senza battere ciglio, lo mise nuovamente a morte e, questa volta, si assicurò del decesso.

Quindi perchè un legionario romano dovrebbe essere considerato un’icona gay? Probabilmente tutto è partito da un malinteso “artistico”: nei numerosi dipinti rinascimentali che raffigurano San Sebastiano trafitto dalle frecce, l’uomo ha sempre una corporatura esile, pelle chiarissima, lunghi capelli biondi e, nel complesso, un aspetto androgino. Era un periodo in cui la “santità” veniva raffigurata con delicatezza e, quindi, una figura pura e generosa come il nostro martire doveva per forza assumere un aspetto aggraziato ed etereo. Storicamente è improbabile che un legionario scelto, un arciere infallibile come Sebastiano fosse così aggraziato: un errore che nei secoli successivi è stato corretto e finalmente, nell’iconografia, il santo ha mostrato i muscoli da guerriero.

Di certo, però, non è bastato questo a renderlo “omosessuale”. Molti altri santi sono stati raffigurati con tratti femminei: basti pensare a San Giovanni Evangelista che, anche nei Vangeli, viene sempre descritto come un ragazzo efebico dalla bellezza femminile. La “nomea” di Sebastiano è stata avvalorata da un’opera di Gabriele D’Annunzio, “Martyre de saint Sèbastien”, del 1910. Secondo la fantasiosa versione del “Vate”, fra Sebastiano e Diocleziano esisteva una passionale storia d’amore, culminata in tragedia con la scoperta della fede clandestina dell’amante e successiva messa a morte. Una versione ripresa in seguito dal regista Derek Jarman, nel film “Sebastiane”.