Giacomo Leopardi: da Napoli a Torre del Greco tutti i luoghi del poeta

Presentate le "Passeggiate Leopardiane", visite guidate con degustazioni a Villa delle Ginestre


Tutti conosciamo Giacomo Leopardi, una delle più importanti figure della letteratura ottocentesca a livello mondiale, esponente del romanticismo italiano, grande filosofo, filologo e glottologo. Molti non sanno, però, che il poeta è strettamente legato anche alla città di Napoli, tanto da prestare il suo nome a diverse strade partenopee e della provincia.

Ripercorriamo i luoghi del poeta qui a Napoli. Nato a Recanati nel 1798, Giacomo Leopardi, nel pieno della sua maturità poetica, si trasferisce a Napoli nel 1833 con Antonio Ranieri, l’esule antiborbonico , conosciuto precedentemente a Bologna e con il quale strinse un rapporto d’amicizia molto forte di cui ce ne dà testimonianza una fitta corrispondenza di lettere tra i due. Seguendo la guida “Mia Napoli” dei “Noi, i ragazzi dello zoo di Bellini”, a Napoli, alloggiò prima a palazzo Berio, poi a palazzo Cammarota (entrambi nei quartieri spagnoli) e infine a palazzo Jasillo-Giura, in vico Pero 2, traversa di via Capodimonte (ora chiamata via Santa Teresa degli Scalzi alla Sanità). Nel 1836, soggiornò per poco tempo a Villa Ferrigni a Torre del Greco, in quella che ora è chiamata Villa delle Ginestre, ribattezzata in questo modo come tributo alla celebre opera “La Ginestra” composta nel periodo napoletano. Di fatti il poeta compose, a Napoli, diverse opere come “Il tramonto”e “La luna”, “La ginestra” e “I Paralipomeni”; diede poi alle stampe, presso l’editore Starita a Materdei, le edizioni riviste e accresciute dei Canti e delle Operette morali, sequestrate poi dalle autorità borboniche. Morì il 14 giugno 1837 a Napoli.

Tomba di Giacomo Leopardi

Tomba di Giacomo Leopardi

Il luogo della sepoltura è discusso. Secondo la versione di Antonio Ranieri (considerata quella ufficiale), il corpo fu seppellito nella chiesa di San Vitale a Fuorigrotta; i resti poi traslati al Parco Vergiliano a Piedigrotta, nel 1939. Secondo alcuni studiosi, però, la versione di Ranieri è da considerarsi falsa in quanto all’epoca la zona della chiesa di San Vitale era strettamente protetta onde evitare il propagarsi del colera. Pertanto, molti ritengono che sia stato seppellito in una fossa comune, ovvero nel cimitero dei colerici o nel camposanto delle Fontanelle. Altri ancora pensano nel cimitero delle 366 fosse.

Insomma, Leopardi è da ritenersi una figura molto importante per la città di Napoli, di fatti molte strade portano il suo nome. A Fuorigrotta, ha dato il nome ad una strada “Via G. Leopardi”; a Torre del Greco presta il nome ad una fermata della vesuviana e, come già citato ricordiamo, “Villa delle Ginestre” in onore della famosa opera.


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