Gli studenti dell’università, si sa, sono caratterizzati tutti da una forte dose di superstizione. E’ naturale: per ogni esame sostenuto c’è bisogno di tanta preparazione, ma, soprattutto, tanta fortuna e la stessa carriera universitaria è tempestata da eventi fortuiti o, al contrario, ondate di assurda malasorte. E’ ovvio, quindi, che ogni possibile scaramanzia è ben rispettata anche da chi si definisce razionale e logico, per la serie “non è vero, ma ci credo”.
Da regione a regione, da città a città, ogni ambiente universitario ha i suoi riti e i suoi divieti assoluti, spesso legati a monumenti o luoghi storici della terra d’appartenenza. Ad esempio, tutti gli studenti bolognesi sanno che visitare la famosissima Torre degli Asinelli prima della laurea impedisce per sempre il conseguimento dell’ambito traguardo; i fiorentini hanno la stessa, identica scaramanzia, ma per quanto riguarda il Campanile di Giotto; agli studenti di Pescara e Chieti, invece, è vietato assolutamente visitare la casa natia di Gabriele D’Annunzio; i milanesi della Bocconi di Milano, addirittura, sono costretti ad usare un solo ingresso all’università, poichè gli altri due sono considerati “sfortunati”.
Ovviamente, anche gli universitari napoletani hanno le loro scaramanzie come, ad esempio, quella che impone agli studenti di Lettere della Federico II di non attraversare il chiostro della sede, ma di circolare solo all’interno del colonnato, pena la laurea. La più importante, conosciuta e rispettata, però, è quella legata alla Cappella di Sansevero, a Napoli. La leggenda vuole che tutti i ragazzi che visitano il luogo e ammirano il Cristo Velato al suo interno non conseguiranno più la laurea e abbandoneranno l’università. La maledizione del Principe di Sansevero è conosciuta e temuta da tutti gli studenti campani che, pur contro voglia, la rispettano tenendosi ben lontani dal monumento. Viene da chiedersi come è nata questa leggenda e perchè.
Inizialmente, la superstizione era legata soltanto agli studenti di medicina. La vista delle macchine anatomiche del principe e dell’impressionante prospettiva del Cristo Velato avrebbero potuto far crollare il rigore scientifico e le conoscenze mediche necessarie per continuare gli studi, mandando in confusione qualunque aspirante medico. Non finisce qui, c’è, infatti, un altro particolare rito che gli studenti di medicina devono osservare anche dopo la laurea. Ogni 3 ottobre, in concomitanza con le antiche feste dedicate al dio greco della medicina, Esculapio, i neo-dottori devono recarsi all’interno della Cappella con in tasca la prima pagina del capitolo sul sistema cardiocircolatorio del libro di anatomia. Solo allora il loro futuro da medico potrà essere salvo e protetto dal Principe.