Il Liceo Sannazaro: baluardo nelle Quattro Giornate di Napoli e fucina di intellettuali
Giu 04, 2016 - Serena Mascia
Il celebre Liceo Sannazaro prende il nome in prestito dal poeta umanista di Mergellina Jacopo Sannazaro, noto in quegli anni in tutta l’Europa Rinascimentale. Il nuovo liceo prende forma nel 1919 con il nome provvisorio di regio liceo ginnasio del Vomero, in seguito all’improvviso incremento della popolazione nella zona del quartiere del Vomero nell’epoca del Risanamento, inizialmente nato come una costola del Vittorio Emanuele di via San Sebastiano e viene collocato in un palazzo a via Morghen. Appena un anno dopo si slega da quest’ultimo per diventare un istituto autonomo.
In breve tempo l’edificio privato in via Morghen non fu più sufficiente per ospitare la scuola a causa dell’aumento costante del numero degli abitanti del quartiere: intorno agli anni ’30 gli iscritti superavano di poco i 700 e l’ora di educazione fisica si svolgeva, in mancanza di una palestra o una struttura adibita alle attività sportive, presso lo Stadio Littorio, attualmente conosciuto col nome Collana, molto distante da via Morghen.
Questa situazione non durò ancora a lungo e pochi anni dopo, il 28 ottobre del 1938, venne costruita la nuova scuola presso i giardini panoramici dell’ex Villa Haas dove era ubicata una monumentale villa nobiliare del 1700, tutt’oggi ancora eretta, solo in parte, con il nome di Palazzo Avena. L’ala restante dell’edificio, invece, fu buttata giù proprio per costruire la struttura che accoglieva il liceo stesso ed altri palazzi residenziali.
Ciò che fa di questo liceo non solo uno dei più antichi ma anche uno dei più nobili e storici è il ruolo fondamentale che ha svolto durante la seconda guerra mondiale nei momenti drammatici che seguirono la fine dell’alleanza politica e militare con la Germania nazista.
Il 29 settembre del 1943 la sede del liceo, infatti, si trasformò in comando militare e politico delle Quattro giornate di Napoli. Inizialmente venne utilizzata come deposito di armi e munizioni, pronto soccorso, cucina, tribunale e camera ardente che raccoglieva i primi cadaveri dei caduti, in seguito, con l’avvento degli alleati, il palazzo del liceo venne adibito ad ospedale militare.
Precedentemente, negli anni ’40 ed in pieno regime, nonostante l’istruzione pubblica fosse strettamente improntata alla divulgazione dei principi della dottrina fascista ed alla trasmissione di quest’ultimi ai giovani, futuri membri della classe dirigente napoletana, nell’istituto Sannazaro si formano anche ragazzi che riescono a vedere il marcio della dittatura instaurata e, spronati a ragionare con le proprie brillanti menti dai concetti filosofici appresi fra le righe dei testi di Benedetto Croce, coltivano celatamente sentimenti di libertà e dissenso. Questi desideri danno vita a varie azioni antifasciste attuate da una giovanissima generazione di intellettuali sannazarini che, fatto proprio l’ideale di rivolta, iniziano con volantini stampati clandestinamente in una fogna a San Martino per giungere alle scritte “Morte al duce” sulle fiancate dei mezzi.
Alcuni giovani come Gerasimo Tipaldo, Adolfo Pansini (al quale è stata dedicata la scuola in piazza Quattro Giornate) e Sergio Longo finiscono in carcere per poco tempo ma ormai il giorno dell’armistizio con gli alleati è giunto e la rivolta incendia tutta Napoli. Il settantenne professore comunista Antonino Tarsia in Curia assume il comando delle operazioni di resistenza, seguito dai suoi fedeli studenti. In collaborazione con i partigiani, insedia il comando del fronte unico rivoluzionario. Gli studenti del Sannazaro, in quegli anni neanche maggiorenni, sono stati insieme ai partigiani gli eroi della liberazione della città di Napoli del 27 settembre, molti dei quali caddero in quelle quattro giornate.
Oltre questa eroica generazione di sannazarini, negli anni il liceo ha continuato a registrare fra i suoi diplomati quelli che poi sono divenuti da adulti le figure di spicco nel panorama politico, giuridico ed intellettuale napoletano e nazionale. Tra gli alunni più illustri del liceo Sannazaro si possono ricordare alcuni giudici importanti del Tribunale di Napoli, come il procuratore aggiunto Aldo De Chiara, il presidente della Corte d’appello Antonio Buonajuto e il presidente della sezione Gip Giustino Gatti; i giuristi Fulvio Tessitore, ex rettore dell’università Federico II, Domenico Oriani, Gerardo Marotta fondatore nel 1945 del movimento “Cultura nuova”, da cui nacque l’Istituto italiano degli studi filosofici; i fratelli editori Guida; senza dimenticare Luciano De Crescenzo.
Attualmente l’offerta formativa del liceo è ancora considerata tra le più efficaci e non è più rivolta solo ai giovani provenienti dalla Napoli “bene”. Nell’ultimo anno ha registrato un boom di iscritti di circa il 50% in più degli anni precedenti, nonostante il liceo classico non rientri più nelle preferenze dei neodiplomati delle scuole medie. Molto seguiti sono i laboratori audiovisivi ed i corsi di giornalismo, infatti il giornale scolastico “Liber@rete” ha conquistato pochi giorni fa il Premio Nazionale “Giornalista per 1 giorno”, proseguendo la tradizione che vuole il Liceo Sannazaro fra i migliori d’Italia.
Fonti:
http://napoli.repubblica.it/