Napoli nonostante sia una città di mare, si è sviluppata in maniera verticale alternando tratti pianeggianti a tratti ricchi di salite e lunghe scalinate.
Indubbiamente la sua struttura territoriale ha reso ogni punto della capitale partenopea, che sia vicino al mare o in altura, estremamente panoramico.
Oltre la collina del Vomero, a 457 metri sul livello del mare, sorge il rilevo più elevato del Comune di Napoli: la Collina dei Camaldoli.
Il quartiere dei Camaldoli è piuttosto distaccato dal centro cittadino, per questo, in molti è insita la convinzione che non faccia parte della città ma sia un comune a sé stante.
In realtà, sebbene la sua collocazione geografica possa trarre in inganno, appartiene all’ottava municipalità della città – Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia.
Le zone principali del quartiere Camaldoli sono: l’Orsolone, i Guantai e Nazareth.
L’area vanta un’origine molto antica e viene fatta risalire a circa 35.000 anni fa quando violente eruzioni colpirono l’area vulcanica dei Campi Flegrei.
Fu definita inizialmente come Monte Prospetto in riferimento, come anche il nome stesso intende suggerire, alla prospettiva e al belvedere che il luogo offre.
Il nome attuale, invece, deriva dall’eremo camaldolese, che fu insediato, nel XVII secolo, dal Principe di Conca di Vico Equense Matteo di Capua, grazie al quale, in seguito a successivi lasciti, furono edificate la nuova chiesa, la foresteria e le celle degli eremiti.
L’eremo nel corso del 1800 passò sotto il possesso di più soggetti: dal Re di Napoli Giuseppe Bonaparte nel 1807, passando per la nobiltà, fino ai frati Benedettini Camaldolesi.
L’eremo ha ospitato i Monaci Camaldolesi per 400 anni fino al 1998, quando questi furono sostituiti da un gruppo di suore Brigidine, proveniente dalla Svezia.
La chiesa, attualmente conosciuta come l’Eremo del SS. Salvatore, situata in via dell’Eremo 87, fu progettata da Domenico Fontana ed ha, al suo interno, non solo caratteristiche cinquecentesche ma anche barocche.
I dipinti e gli affreschi che la chiesa possiede sono stati realizzati da celebri autori nel corso del XVII secolo: Luca Giordano, Andrea Mozzilli, Federico Barocci e Massimo Stanzione.
Altro elemento che caratterizza la zona è la presenza del Parco Urbano, istituito nel 1980 e aperto al pubblico del 1996.
Il parco essendo collocato sulla collina dei Camaldoli offre ai suoi ospiti uno straordinario panorama su Napoli, il Vesuvio e i Campi Flegrei.
E’ particolarmente famoso per i suoi alberi di castagno ed è anche il luogo ideale per avvistare il passaggio dei rapaci.