Tra le personalità più controverse che hanno segnato l’affermazione della corrente spiritista italiana e mondiale nella fine del XIX secolo non può non essere citata Eusapia Palladino.
La spiritista e medium di origine pugliese è stata a lungo oggetto di studio di eminenti scienziati e psicologi provenienti da tutto il mondo. Eppure, nonostante le approfondite ricerche, non si è mai giunti ad un parere univoco riguardo la veridicità dei poteri della donna. Eusapia Palladino, infatti, rimane tuttora in bilico tra lo status di grande medium riconosciuta in tutta Europa e le accuse che le sono state mosse da più parti, in particolare provenienti dagli Stati Uniti, di ciarlata ed imbrogliona.
Eusapia Palladino nacque il 21 gennaio 1854 a Minervino Murge, in provincia di Bari, da un’umile famiglia di contadini che non riuscì a darle un’adeguata istruzione scolastica. Non si conosce nulla riguardo la sua infanzia se non che la causa scatenante della nascita dei suoi poteri è da attribuire al trauma di aver assistito da bambina alla morte del padre per mano di un gruppo di briganti, come lei stessa raccontò. Rimasta ormai orfana, dato che la madre era morta dandola alla luce, si trasferì giovanissima nella città di Napoli, lavorando come bambinaia per una famiglia di Minervino.
Cambiò numerose abitazioni fino a stabilirsi presso la casa della famiglia Migaldi, appassionata di spiritismo. Lì avvenne l’episodio che stravolse la sua esistenza e mise in luce i suoi incredibili poteri mediatici: una sera Eusapia venne invitata, data l’assenza improvvisa di uno degli spiritisti, ad aggiungersi alla catena mediatica per completarla. Suo malgrado, sconvolse l’esito della seduta spiritica. Secondo i partecipanti la sola presenza di Eusapia diede vita ad una serie di inquietanti fenomeni che non si erano mai verificati prima di allora e che vennero attribuiti alla capacità della Palladino di mediare tra il mondo dei vivi e l’aldilà: oggetti volanti, rumori e voci di ignota provenienza affollarono improvvisamente la stanza gettando il cerchio spiritico nel panico.
In seguito a questo avvenimento finì sotto la tutela del napoletano Giovanni Damiani, uomo che aveva avuto già svariate esperienze in circoli spiritici tenuti in Inghilterra e che vide in Eusapia tutto il suo potenziale mediatico ancora inespresso. Con Damiani, Eusapia iniziò ufficialmente la sua attività da medium.
Damiani decise che era il momento di far conoscere Eusapia anche all’infuori della stretta cerchia degli spiritisti partenopei ed inviò una lettera al direttore della rivista inglese Human Nature in cui descriveva nel dettaglio cosa era capace di provocare la medium di Minervino: esplosioni, simili a colpi di pistola, e scie luminose.
Così Eusapia Palladino fu invitata a Roma dalla Società romana di spiritismo nel 1872 dove per otto mesi partecipò a un intenso programma di “sedute sperimentali”. Nella capitale continuarono gli inspiegabili fenomeni sonori già segnalati da Damiani, anzi si intensificarono e divennero variegati ed insoliti; si susseguivano di seduta in seduta suoni di strumenti musicali, fischi, campanelli. Si assistette anche alla levitazione di molteplici oggetti e della medium stessa.
Altre testimonianze riguardo la medium rimarcano, invece, lo scetticismo e la riluttanza che contemporaneamente si alimentava intorno a questa figura ed ai suoi misteriosi circoli. Curiosi aneddoti narrano, ad esempio, che spesso durante le sue prime sedute scomparivano oggetti preziosi appartenenti ai presenti ed al loro posto comparivano presenze disgustose ed inquietanti, come il cadavere di un topo.
Nel 1885, a Napoli, la Palladino conobbe e sposò Raffaele Del Gaiso, macchinista teatrale ed anche, probabilmente, prestigiatore girovago. I detrattori della medium sostenevano che la donna avesse imparato proprio da suo marito numerosi trucchi per inscenare contatti con l’aldilà durante le sue sedute; la Palladino stessa, al contrario, sosteneva che l’uomo fosse contrario alla sua attività di medium. Eppure proprio in quegli anni Eusapia venne scoperta per la prima volta ad imbrogliare durante le sue sedute e conobbe un periodo di declino in cui si allontanò dalle scene della medianità, scelta dettata anche dalla morte del suo mentore Damiani.
Subito nel 1886 ebbe una seconda chance grazie all’incontro con Ercole Chiaia, medico napoletano appassionato di spiritismo, che la portò all’attenzione di Cesare Lombroso, considerato uno dei padri della criminologia. La sfida lanciata era evidente: invitare il medico ed antropologo a smascherare la Palladino, nel caso fosse realmente una ciarlatana.
Il medico inizialmente declinò l’invito, in seguito accettò di partecipare ad una seduta nel 1891. Per non permetterle di barare, la medium fu spogliata, controllata e successivamente rivestita con abiti non suoi. Il medico dovette accettare, però, di lasciare la camera nel buio più totale, condizione sulla quale la medium era intransigente.
Nel corso della seduta si scatenò il miglior repertorio possibile della medium pugliese: luci improvvise ed accecanti, rumori spaventosi, sensazioni tattili e la lievitazione della stessa Palladino al di sopra del tavolo. Lombroso rimase fortemente scosso ma, pur non dubitando dei poteri soprannaturali manifestatisi, non accettò di collegarli alla presenza di spiriti dei defunti che tentavano di connettersi coi vivi. Preferì attribuire le facoltà della Palladino al suo carattere «neuro-psicopatico» spiegando i fenomeni come il prodotto di un’assimilazione del pensiero al movimento. Ad ogni modo il dottore credeva nella sincerità di Eusapia Palladino e divenne uno dei suoi principali sostenitori, aiutandola non poco a raggiungere la notorietà.
In seguito alla sua consacrazione, la donna iniziò una lunga tournée in tutta Europa, partecipando a numerosissime sedute spiritiche. Le sedute più celebri rimangono quelle con con lo psicologo Julian Ochorowicz a Varsavia, dinanzi allo scrittore Boleslaw Prus, e quelle con i Premi Nobel Pierre e Marie Curie ed i futuri Premi Nobel Charles Richet e Jean Perrin a Parigi. Tutti rimasero affascinati dalla Palladino, garantendo nelle loro testimonianze scritte che la donna non aveva avuto alcun modo di imbrogliare.
Al contrario un giornalista del Corriere della Sera, Eugenio Torelli Voilleir, nei suoi articoli accusava di frode la Palladino. L’uomo sosteneva che, anche quando le venivano bloccate le mani e le gambe, ella trovava sempre il modo di liberarsi di nascosto e muovere il tavolo o altri oggetti. Di uguale parere erano gli studiosi dell’Università di Cambridge dove, nel 1895, venne sorpresa a barare.
La sua credibilità andò indebolendosi ancor di più durante i suoi viaggi oltreoceano in cui, nella maggior parte dei casi, veniva accolta con grande scetticismo ed il fine dichiarato dai professionisti che la invitavano era quello di scoprire i suoi trucchi. Il famoso mago Harry Houdini, il matematico Charles Sanders Peirce e gli studiosi della Columbia University, che dal 1910 fecero svariati esperimenti su di lei, la accusarono di frode. I ricercatori dell’Università sostenevano che, ancora una volta, la donna riusciva a liberare un piede per muovere il tavolino.
A poco servirono i tentativi di Howard Thurston, illusionista, di riabilitare la sua figura. Anche tornata a Napoli ci furono indagini sul suo conto ed un comitato di studiosi accompagnati dal noto prestigiatore Williams S. Marriott smascherò nuovamente la medium. Ormai dimenticati i suoi prodigi, aprì un negozio a Napoli dove morì, nell’indifferenza, il 16 maggio 1918.
L’idea che rimane del suo personaggio è quella di una donna, analfabeta ma molto scaltra, forse realmente protagonista di alcuni episodi paranormali che spesso e volentieri, per continuare a guadagnare e sorprendere, si ingegnava nei trucchi più disparati approfittando della sua fama.
Fonti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/eusapia-maria-palladino_(Dizionario-Biografico)/
https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=275421